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Green revolution

Storia della questione irlandese

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Se un osservatore a piedi ritrovatosi a Dublino percoresse la via principale della città,

O'Connell Street, camminando sullo spazio pavimentato in marmo volgendo lo sguardo a

destra e a sinistra noterebbe i numerosi negozietti situati ai margini favoriti dai grandi

marciapiedi che li demarcano. Se poi fosse ancor più arguto noterebbe lo stile semplice

ma elegante del viale che ricorda, seppur in maniera modesta, gli Champs­Elysèes

parigini e non sarebbe sorpreso di essere immerso fin da subito nello spirito folcloristico

della città. Supponendo poi che tale osservatore cammini dritto senza curarsi di ciò che

ha intorno è impossibile che non si imbatta nei numerosi monumenti dedicati a importanti

politici irlandesi. Percorrendo la strada in direzione nord­sud in sequenza noterebbe le

statue a Daniel O'Connell, William Smith O'Brien,John Grey, James Larkin, Theobald

Mathew e Charles Stewart Parnell. Quest'ultima è la statua più alta della strada e ricorda

il forte contributo che il politico irlandese ha dato all'ostruzionismo verso la Gran Bretagna

e l'incisone che lo ricorda "Nessun uomo ha il diritto di fissare i confini della marcia di una

nazione. Di dire al suo paese ­puoi arrivare fin qui, ma non oltre­" è densa di significati e

ben salda nella mente degli irlandesi più focosi. Ma quali erano quindi i rapporti tra Gran

Bretagna e Irlanda? E perchè percorrendo le vie di Dublino si percepisce la fierezza di un

popolo, il patriottismo,la libertà, l'allegria e la volontà di emergere? La questione irlandese

fu situazione complicata ed è intesa dapprima come il complesso degli avvenimenti dovuti

alla rivendicazione dell'indipendenza irlandese dal governo britannico e poi, dopo la

separazione dell' Irlanda del Nord, come la lotta interna in tale paese tra cattolici

filoiralndesi e protestanti filobritannici. La questione si accese nel corso dell'Ottocento con

la nascita dei nazionalismi in Europa ma non fu cosa nuova poiche' una prima ribellione

da parte dei cattolici fu repressa con la forza nel 1641­1642 dall'esercito protestante

guidato da Oliver Cromwell. E' nel 1801 che il Parlamento di Londra vota l'"Atto di

Unione" che sopprime il Parlamento di Dublino e fissa le quote di rappresentanza

irlandese a Westminster. E' la nascita del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Nel

1823 fu proprio Daniel O'Connell, colui che diede il nome alla strada principale di Dublino

e che si guadagnò in seguito l'appellativo di "Liberator", a fondare una compagnia contro

l' "Atto di Unione" ed a ottenere grazie ai suoi comizi l'uguaglianza politica e giuridica dei

cattolici nel Regno Unito. Vani furono in seguito i tentativi di far approvare la "Home Rule"

ovvero i progetti di legge per l'indipendenza irlandese al governo britannico . Il decreto fu

poi concesso nel 1912 dal governo inglese di Asquith ma non fu applicato a causa dello

scoppio della Grande Guerra e non fu quindi necessario a sopprimere le vigorose

aspirazioni di indipendenza irlandesi. L'indipendenza irlandese venne proclamata nel

1918 dal partito nazionalista Sinn Fèin, fondato da Arthur Griffith nel 1905 e guidato da

Eamon De Valera, che dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta alle elezioni, rifiutò di

continuare a far parte del Parlamento britannico e costituì un Parlamento autonomo con

sede a Dublino. Londra non riconobbe il nuovo organo legislativo e diede inizio a una

guerriglia combattuta contro l' IRA, l'esercito repubblicano irlandese, che vide

fronteggiarsi le due fazioni dal 1919 al 1921. Il 6 dicembre 1921 fu firmato a Londra il

trattato che pose fine al conflitto anglo­irlandese, la Gran Bretagna accettò di riconoscere

lo Stato libero d'Irlanda, costituito da 26 contee a maggioranza cattolica, ma impose la

divisione del paese, mantenendo l'autorità su sei delle nove contee a maggioranza

protestante costituenti la provincia dell'Ulster che fu poi definita Irlanda del Nord. Nel

1922 il Parlamento di Belfast votò una legge "sui poteri speciali" e sospese le garanzie

costituzionali per i cattolici, sottoposti a discriminazioni civili, politiche ed economiche.Fu

l'inizio di nuovi sanguinosi scontri tra le due fazioni che diedero alla questione irlandese

nuove implicazioni. Il governo di Londra tentò di sedare più volte a partire dagli anni 60' i

disordini dovuti a tali controversie nell'Irlanda del Nord e occupò il paese. I disordini e le

violenze tra le due comunità si estesero anche a Belfast, dove i britannici decisero di

costruire un muro ­ ancora oggi esistente ­ per separare il quartiere cattolico da quello

protestante, nell’ovest della città. È l’inizio dei cosiddetti ‘Troubles’ (disordini), che

vedranno da questo momento in avanti un sistematico uso della violenza. Si giunse a veri

e propri attentati sia da parte dell'IRA che da organizzazioni paramilitari sia cattoliche che

protestanti .La storia successiva fu questione annosa e il dismarmo dell'IRA iniziò solo a

partire dagli anni 2000. Fu l'accordo del Venerdì Santo siglato il 10 Aprile del 1998 a

reintrodurre il Parlamento nordirlandese e a stabilire che il governo locale avrebbe

rispettato nella sua composizione la rappresentatività di tutti i maggiori partiti e di tutte le

comunità. Da un lato la Repubblica d’Irlanda avrebbe rinunciato ufficialmente a ogni

rivendicazione sulle sei contee dell’Ulster, dall’altro il Regno Unito si sarebbe impegnato a

emanare la legislazione necessaria per creare un’Irlanda unita, qualora ciò fosse stata

espressione della maggioranza della popolazione dell’Irlanda del Nord. Non è difficile

intendere, soffermandoci su tali eventi storici, quanto siano stati e lo siano ancora oggi a

cuore egli irlandesi elementi e valori emancipatori come la libertà o il diritto di protestare.

La tradizone, inaugurata dall'avvocato O'Connell, di protesta pacifica tramite l'arte

dell'oratoria e del comizio è un'idea portante del buon irlandese contro ogni forma di

discriminazione. E se ancora oggi partecipaste a una protesta irlandese contro il governo

irlandese non sarebbe difficile sentire la folla inneggiare lo slogan "Vote Parnell" in onore

della verve e del clamore dell'antenato irlandese o sventolare freneticamente la sua

gigantografia. L'idea è quella di un popolo che ha sofferto ma che si è sempre rialzato

passo dopo passo; non a caso molte delle ballate tipiche irlandesi riassumono la storia e

tutti gli elementi che l'hanno contraddistinta: ribellione, lotta, rabbia verso gli invasori,

libertà,le paure, l' emigrazione forzata, la povertà ,la forza di rinascere e la voglia di

emergere come popolo.

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