Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

E lo chiamai... Firmato

1915-1917: un nome di moda in Italia che non era un nome

Condividi su:

Un articolo del giornale Francese "Le Figaro", del 4 Ottobre 1916 mette in evidenza un dato curioso. Secondo il B.D.C. ovvero il Bollettino dei combattenti, si sa che molti piccoli italiani ricevettero al battesimo il nome "Firmato".
Per quale motivo tanti padri burloni avrebbero dovuto affibbiare ai propri pargoletti un non-nome?
Durante la Grande Guerra, (conflitto del 1914-1918) il comandante in capo dell'esercito italiano è un uomo tozzo e baffuto, il generale Cadorna. Il fervore degli italiani e la grande ammirazione per la massima autorità militare portò molti padri a dare ai figli il nome del condottiero difensore della Patria. Poco importa che Cadorna non si chiamasse affatto Firmato. Tanti piccoli aspiranti Luigi si chiameranno invece Firmato. Perché?

 

I comunicati del generalissimo, pubblicati giorno per giorno nei giornali, si concludevano con la consueta formula "firmato": Ad esempio: "le nostre truppe resistono con immenso eroismo alla diabolica avanzata austro-ungarica sull'Isonzo". Firmato Cadorna.
 

Col tempo, la costante associazione dei due vocaboli, confuse tanti lettori che a un certo punto si convinsero che "firmato" fosse il nome del generale. Ma la storia ha dato ragione ai padri. Dopo la disfatta di Caporetto del 24 Ottobre 1917, il generale Cadorna fu destituito e prese il suo posto il generale Diaz. Il fronte arretra fino al fiume Piave e si accorcia, risultamndo più facilmente difendibile. Diaz introduce innovazioni che si riveleranno determinanti: più cibo, più svago e tempo libero per i soldati e maggior indottrinamento. I bollettini di guerra e i comunicati stampa del regio esercito ora si concludono con la formula "Firmato Diaz".
 

I due generali hanno o stesso nome, i bambini nati prima di Caporetto non si chiamano come Cadorna, il perdente! Il già lauto proliferare del nome conobbe dunque il suo apice nel biennio 1917-1918. Anche in questo caso tanti piccoli potenziali Armando (il generale si chiamava appunto Armando Diaz) divengono piccoli Firmato. Firmato Idda, Firmato Argiolas, Firmato Ricci, Firmato Pisanu, Firmato Messinese, Firmato Stefanelli.

Un simpatico scherzo di una consueta associazione di termini che, spesso non letti ma sentiti e ripetuti, giocano un ruolo fondamentale nella scelta dei nomi dei bimbi italiani nati durante il conflitto. 

 

Nel 1918 l'Italia è tra le potenze vincitrici della guerra e Armando "Firmato" Diaz firmerà l'armistizio con l'Austria che sancisce la fine di un conflitto sanguinoso. I Firmato cresceranno in un difficile e poverissimo dopoguerra. Ci saranno Firmato fascisti, anarchici e rossi, dei Firmato partigiani e dei firmato repubblichini. Molti di loro, nati durante il primo conflitto mondiale, periranno nella seconda guerra. Il 2 Giugno del 1946 voteranno per il Re e per la Repubblica, saranno cittadini di un nuovo mondo nella vecchia Europa.
Un nome che ha visto due guerre, due cambi di fronte, una vittoria e una sconfitta ma anche quello che - per usare l'espressione di Guido Crainz - passerà alla storia come "il miracolo italiano" e che oggi, possiamo solo ricordare o immaginare con un amaro sapore in bocca.

Condividi su:

Seguici su Facebook