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F1 | GP Bahrain 2023: analisi circuito

Un tracciato che coniuga lunghi rettifili, curve e cambi di direzione veloci in sequenza e brusche frenate

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F1 2023, l’alba di una nuova era. Finalmente ci siamo, questo fine settimana prenderà il via in Bahrain una delle stagioni più attese di sempre. Nei test che si sono svolti al al Bahrain International Circuit sono giunte le prime indicazioni, ma come sempre il cronometro esprimerà il primo verdetto ufficiale solamente in occasione della prima tappa stagionale.

STORIA E DATI TECNICI

Il Bahrain International Circuit è stato inaugurato il 3 aprile 2004 e questa settimana sarà sede della diciottesima edizione del gran premio del Bahrain, la nona consecutiva sotto i riflettori che illuminano le stelle della F1 dal 2014. La gara mediorientale non si è disputata solamente nel 2011 a causa degli scontri tra civili e governo all’interno del paese. Il pilota con maggiori successi sulla pista situata in Medio Oriente è Lewis Hamilton a quota cinque. Tra le file delle scuderie, la Mercedes e la Ferrari sono quelle che vantano il maggior numero di vittorie, ambedue a quota sei.

Il tracciato è lungo 5412 metri ed composto da 15 curve, delle quali nove a destra e sei a sinistra. Il record della pista è 1:27.264, crono col quale Lewis Hamilton ha ottenuto la pole position nell’edizione 2020 al volante della Mercedes W11 EQ Performance. Il record in gara è imbattuto dal 2005, quando Pedro De La Rosa aveva fatto registrare il giro più veloce della corsa col crono di 1:31,447 a bordo della McLaren MP4/20.

La distanza di gara complessiva sarà di 57 giri, per un totale di 308,238 chilometri. Le zone di utilizzo del DRS saranno tre, disposte così: la prima sul rettilineo tra le curve 3 e 4, la seconda sul rettifilo tra le curve 10 e 11, la terza sul rettilineo dei box che va da curva 15 a curva 1. Quest’ultima è stata ridotta di 80 metri. 

L’utilizzo del Drag Reduction System su questa pista è del 25%, uno dei valori più alti tra i circuiti presenti nel calendario. I cambi di marcia per ogni giro sono 57, il che corrisponde a una cambiata ogni 1.53 secondi, solamente nei gran premi di Singapore ed Azerbaijan si registra un numero più elevato. Ad ogni passaggio, l’MGU-H recupera 1738 Kj, l’MGU-K 2542 Kj, per un totale di 4280 Kj recuperati ogni giro.

Dal punto di vista dell’impiego dei freni, la Brembo ha classificato la pista mediorientale come ‘hard’. Sono 8 le frenate complessive, con una lunghezza di frenata totale di 764 metri, 14% della percorrenza del giro, ed un tempo di frenata di 15.86 secondi, il 18% di un giro. Per il primo appuntamento stagionale, la Pirelli Motorsport ha portato le seguenti mescole: hard C1, medium C2 e soft C3. Il limite del camber massimo è di -3.50° all’avantreno e di -2.00° al retrotreno. Le pressioni minime al via dovranno essere di 18.5 psi all’anteriore e di 21.0 psi al posteriore.

ANALISI CURVA PER CURVA

Dalla linea di partenza alla prima curva ci sono circa settecento metri di distanza. La curva 1, una destra da affrontare in seconda marcia a 83 km/h, rappresenta il punto di frenata più impegnativo del tracciato. Secondo i tecnici della Brembo, le vetture decelerano da 323 km/h a 80 km/h, con un delta velocistico di 243 km/h, nello spazio di 124 metri, nell’arco di 2.79 secondi con una decelerazione di 4.3 G. La pressione sul pedale del freno è di 129 chilogrammi, la potenza frenante è pari 2134 Kw.

La seguente progressione in accelerazione porta al cambio di direzione verso sinistra della curva 2 (3a marcia, 173 km/h) e poi nuovamente verso destra per la curva 3 (5a, 223 km/h) che immette sul rettilineo che porta verso la curva 4. Per quest’ultima, da percorrere in quarta velocità a 156 km/h, bisogna portare molta velocità in ingresso per mantenere la traiettoria aderente al cordolo interno e sfruttare l’ampia zona asfaltata in uscita. 

Usufruire di tutta la pista a disposizione, sempre che non vengano introdotti i sensori per i ‘track limits’, consente di affrontare in sesta marcia la successiva sezione dei rapidi cambi di direzione sinistra-destra-sinistra delle curve 5 (255 km/h), 6 (222 km/h) e 7 (244 km/h). In seguito si va leggermente in discesa verso la frenata della curva 8, un tornante verso destra da affrontare in terza marcia a 90 km/h, punto nel quale spesso si arriva al bloccaggio del pneumatico anteriore destro. Il successivo allungo in trazione porta verso la doppia sinistra delle curve 9 e 10

Nella curva dieci, sesta marcia velocità di percorrenza 210 km/h, la traiettoria da mantenere è larga in modo da avere un ampio ingresso nella successiva curva per poi stringere verso il punto di corda ed evitare il bloccaggio della gomma anteriore sinistra. Così facendo, la trazione in uscita sarà migliore per sfruttare la progressione sul rettilineo che porta alla curva 11.

La undici è una sinistra a medio raggio da affrontare in quinta velocità a 186 km/h alla quale segue il cambio di direzione verso destra per la curva 12, la cui velocità di percorrenza è di 267 km/h in settima marcia. Successivamente si scalano quattro marce per l’ingresso della curva 13, una destra da affrontare a 158 km/h che immette sul lungo rettilineo che porta alle ultime due curve del tracciato. 

Curva 15 e curva 16, ambedue verso destra, si percorrono rispettivamente in terza marcia a 135 km/h e in quarta velocità a 183 km/h, rappresentano un’insidia dato che il cordolo esterno tende a portare la vettura fuori traiettoria come successo ad Jack Aitken e Alexander Albon nell’edizione del GP Sakhir di due anni fa.

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