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Renzi sfida Grillo: Il Pd restituisce i soldi del finanziamento se il M5S vota le riforme

Scintille tra i due leader

a cura della redazione
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L'assemblea nazionale del Pd incorona Matteo Renzi segretario dopo la vittoria alle primarie dell'8 dicembre che lo ha visto trionfare con il 68% delle preferenze.

E dal palco del centro congressi della Fiera di Milano il neo-leader Pd lancia subito la sfida a Beppe Grillo. Diciamo «sì alla rinuncia dei rimborsi elettorali che spettano al Pd ma solo se il M5S voterà le riforme proposte dal Partito democratico, dalla legge elettorale all'abolizione del Senato elettivo, perché il Pd sta davanti e non dietro».

«In queste ore, come è già successo con Bersani e con Letta, Grillo mi dice 'Renzi firma qua', metti la tua firma sulla restituzione del finanziamento pubblico - ha spiegato Renzi -. Sono io che dico, Beppe firma qua. Io rilancio il tema: caro Grillo hai 160 parlamentari, sono decisivi, se ti va, se sei serio firma qua, io sono disponibile. Vuoi che rinunciamo ai rimborsi del prossimo anno? Ci costa molto ma siamo disposti ad accettare la sfida a una condizione: non si fa atto di resa, di' ai tuoi senatori di votare per trasformare il Senato e ai deputati di votare per una legge elettorale per cui chi vince governa». Renzi ha incalzato ancora Grillo: «Noi siamo disposti, ma Grillo deve votare in Parlamento, votare per quelle cose per cui il M5S è stato eletto. Se non ci stai, chiacchierone e buffone vale per te».

Per Renzi infatti il «nuovo gruppo dirigente del Pd deve imporre una nuova visione al Paese per i prossimi 15 anni e una agenda al governo per il prossimo anno». È necessario «collaborare con le forze di coalizione per un'agenda puntuale e con tutte le forze politiche per le riforme istituzionali e costituzionali».

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