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Emiliano: “Renzi troppo lontano dagli elettori”

Minoranze all’attacco dell’ex premier nella direzione Pd

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Il più duro ed esplicito è stato il governatore della Puglia Michele Emiliano che ha accusato il segretario Matteo Renzi di essere apparso a volte troppo lontano dagli elettori e senza mezzi termini ha ribadito la necessità della sua candidatura: “E’ una cosa che sento di fare. Io non appartengo a nessuna corrente. Sono un singolo. Ho sostenuto Renzi per il cambiamento, ma in questi 1.000 giorni io molte volte non ho capito dove voleva andare”.

Minoranza Pd all’attacco dopo la relazione dell’ex premier in direzione che, dopo settimane di polemiche, ha aperto al congresso del partito. Per Gianni Cuperlo bene dunque la decisione di convocare le assise ma ha sottolineato senza resa dei conti perché "chi dice contiamoci e vediamo chi ha i voti, usa solo un pedale della bicicletta, ed è difficile restare in equilibrio”. Sulle elezioni invece “conta il quando, ma più il come. Il come è come evitare il quinto governo di larghe intese. Matteo hai ragione, il congresso non si fa per decidere la data del voto. Si fa per decidere cosa dire agli italiani prima che vadano a votare. In questo c'è il legame con la discussione”.

Preoccupato “che ci sia qualcosa che ci tenga assieme” è l’ex segretario Pier Luigi Bersani che ha ribadito come  il Congresso Pd deve iniziare a giugno, altrimenti saranno solo le assise "del solipsismo, dell'autoreferenzialità" e se Matteo Renzi scegliesse di accelerare "si apre un problema molto serio". Poi, rivolto a Renzi, ha esortato: "Prima di tutto il Paese. Quindi la prima cosa che dobbiamo dire è quando si vota”.

Secondo il governatore della Toscana Enrico Rossi la domanda da farsi è se l’azione di governo del Pd sia stata adeguata. “Io – ha aggiunto - non dico che non c'è stato impegno. Quello che è mancato sono alcune scelte fondamentali. E persino una visione di fondo del Paese. Cioè quali forze sociali vogliamo aiutare e quale sistema di alleanze vogliamo perseguire”. Anche secondo Rossi "si è esaurita una fase” ma “non si tratta di mettere i discussione nessuno”. Non credo di offendere nessuno se dico che c'è stata, anche prima di Matteo, una sinistra troppo accondiscendente al mondo così com'è”. Congresso si, dunque, ma come ha voluto ribadire la vicesegretaria Deborah Serracchiani “che sia vero: Abbiamo bisogno di coinvolgere i nostri iscritti, militanti e simpatizzanti cosa pensano di questioni chiave come immigrazione, ius soli, abolizione delle province". Ma un Congresso che non duri 8 mesi e "Non un congresso che portiamo all'interno di questo governo perché faremmo il male del governo e del Pd”.

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