Hollywood riprende gusto alla dolce vita romana. Dopo decenni di vacche magre per i mitici studi di Cinecittà i grandi produttori americani ritornano sulle rive del Tevere. Dopo James bond , sono cominciate le riprese di Zoolander 2, Ben Hur, Christ the Lord , Out of Egypt e Voice From the Stone . Cinecittà conta di realizzare anche le riprese di “L’inferno” ispirato al romanzo di de Dan Brown.
Una manna per i paparazzi ha hanno ripreso servizio nelle trattorie dalle quali escono star dal calibro di Daniel Craig, Ben Stiller, Owen Wilson e Morgan Freeman.
Questo ritorno di grazia di Roma agli occhi di Hollywood ha anche dei motivi economici. La nuova legge americana "Tax credit cinema" permette in effetti ai produttori statunitensi di dedurre oneri per il 25% dalle tasse dal totale dei loro investimenti e la caduta dell’euro nei confronti del dollaro fa il resto.
A questo prezzo la maestria degli artigiani di Cinecittà, conosciuta a livello mondiale, diventa un vero affare. Così dietro la facciata dei leggendari studi romani si allestisce una straordinaria replica del Circo Massimo dove si corre la celebre corsa dei carri di Ben Hur , che accoglie in questi giorni 80 cavalli e 800 comparse.
I produttori americani sono molto sensibili alla semplificazione del lavoro e alle facilitazioni e inoltre, cosa non meno importante, le star holliwoodiane non sono certo immuni dal fascino della città eterna, che tanto ammaliò Marlon Brando, Liz Taylor e Charlton Heston, icone della dolce vita romana alla fine degli anni 50.
La rinascita di Cinecittà arriva in un momento in cui il cinema italiano conosce un momento di euforia . Tre film sono in competizione per la Palma d’Oro a Cannes: quello di Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Nel corso degli ultimi anni i film italiani hanno collezionato dei premi importanti per ultimo La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.
I successi internazionali però non hanno impedito il calo delle presenze nelle sale, orari caotici, locali chiusi, ostruzionismo dei distributori nei confronti del cinema d'autore, assenza delle versioni originali nelle sale di Roma, Milano e Torino. Per gli spettatori è sempre più difficile avere una scelta e i film italiani non sono profeti nella loro patria.