Ci ha lasciato, al termine di una malattia, Carlo Bergonzi, una delle più capaci e autorevoli voci della lirica nazionale. Il cantante si è spento nella notte tra venerdì scorso e sabato all'Istituto Auxologico di Milano, vegliato dalla moglie Adele, che ha dato notizia della sua scomparsa insieme all'amico e giornalista Marco Mezzadri. Bergonzi debuttò a 16 anni come baritono, con “Il barbiere di Siviglia” anche se presto, a causa delle difficoltà incontrate ad espandere il suono vocale, decide di cambiare registro di voce con un orientamento tenorile, il quale non tarda a mostrare i suoi frutti, che lo portano ad esibirsi in vari teatri italiani, fino a farlo approdare alla Rai dove, in occasione del cinquantenario della morte di Giuseppe Verdi, viene ingaggiato per alcune opere del maestro da interpretare alla radio. Ben presto le sue capacità, specialmente con le opere di Verdi, portano Bergonzi in giro per il mondo e a lavorare insieme con i maggiori intrepreti lirici mondiali, mostrando un eclettismo fuori dal comune ma sopratutto facendolo diventare “il tenore verdiano del secolo”, come verrà soprannominato dopo aver cantato tutte le trentuno opere nel repertorio del maestro d'Italia. Ritiratosi nel 1986, si era dedicato con capacità all'insegnamento del canto e non aveva calcato più le scene, a parte qualche sporadica apparizione nel corso degli anni. In occasione del suo novantesimo compleanno, festeggiato il 12 luglio scorso, Busseto, il paese natale di Giuseppe Verdi, ha dedicato a Carlo Bergonzi un concerto con l'orchestra Filarmonica Italiana diretta dal maestro Fabrizio Cassi, lo stesso paese che nel pomeriggio di domani, alle 15,30, sarà il luogo dove verrà celebrato il funerale del compianto tenore.