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Quentin Tarantino il regista cinefilo per eccellenza (parte terza)

Un'immensa passione per il cinema di tutto il mondo e un amore sconfinato per il cinema

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Due anni dopo "Four Rooms" nel 1997 Tarantino darà vita a “Jackie Brown” un'opera omaggiante un certo cinema di genere in voga negli anni '70 ovvero il “Blaxploitation-movie”. Un cinema che esaltò l'esplosione della cultura nera e afroamericana sulla nuova onda musicale del Funky-Soul, nel poliziesco come nell'horror e in tanti altri generi; alcuni esempi tra i più famosi di quegli anni furono: “Shaft-il detective”, “Foxy brown”, “Superfly”, “Blacula”, “Coffy”, “Rubare alla mafia è un suicidio”, “Omicidio al neon per l'ispettore Tibbs” diretti da diversi specialisti del genere come: Melvin Van Peebles, Gordon Parks, Gordon Douglas, William Craine, Ron O'Neal E Jack Hill e interpretati da attori del calibro di: Sidney Poitier, Richard Roundtree e Pam Grier vera e propria venere nera in azione. Ed è proprio dalla Grier che Tarantino punta per il suo “Jackie Brown”, insieme all'ormai collaudato Samuel L.Jackson e avvalendosi di attori di calibro come Robert Forster, Micheal Keaton e Robert de Niro da vita ad un film unico nel panorama filmico Tarantiniano.

L'azione si evince sopratutto nei dialoghi serrati e ben congeniati, l'uso della macchina da presa appare ancor più ricercato come nel lungo e affascinante piano-sequenza della scena di De Niro nel grande parcheggio del centro commerciale e ancora nell'uso della tecnica di ripresa denominata “Trunk shot”, ovvero la ripresa da dentro il bagagliaio di una macchina o semplicemente dal basso verso l'alto, l'uso solito del “Flashback” dal nostro regista tanto amato, il tutto in un tripudio come insegnamento di come fare buon cinema. Il film spiazzò tutti, compreso me che andai in sala a vederlo; il pubblico condizionato dalla “mattanza” e dal “gore” nella brutalità del concetto di azione vissuto con le pellicole precedenti “Le iene” e “Pulp Fiction” rimase quindi spiazzato e infatti il film non ottenne il successo al botteghino sperato. Quentin però dimostrò alla critica che non voleva assolutamente rimanere “imprigionato” nella tecnica espressiva cinematografica dei suoi lavori precedenti e come spesso accade nel magico mondo del cinema, il film nel corso degli anni è stato rivalutato e ad oggi è considerato l'opera sua più stilisticamente perfetta.

Nel 2003 dopo ben sei anni da “Jackie Brown” Tarantino da vita ad un progetto tanto sudato e ricercato, l'omaggio più dovuto ad un certo cinema di genere il: “Chambara-movie” ovvero il cinema di cappa e spada giapponese e al cinema di “Arti marziali cinese”. Esce nelle sale il magnifico : ”Kill Bill vol. 1”; Kill Bill è un lungometraggio di ben quattro ore e oltre di durata e quindi per ragioni di produzione il film ,giustamente, viene diviso in due parti, o per meglio dire in due volumi. Il regista richiama per questa grande opera al suo capezzale il “mai dimenticato” David Carradine famoso e indiscusso protagonista della serie televisiva di enorme successo ”Kung-fu” dei favolosi'70. A Carradine, Tarantino affianca il solito grande cast e richiama la sua musa ispiratrice Uma Thurman vera protagonista del film che se la dovrà vedere in sanguinosi e affascinanti combattimenti con compagini del calibro di: Lucy Liu, Micheal Madsen, Daryl Hannah e tanti altri prima di arrivare alla fine del secondo capitolo a combattere nello scontro finale con lo stesso Carradine.

La pellicola è come al solito profondamente citazionistica ed è anche una mescolanza perfetta di generi cinematografici come il “Chambara” e “l'arte marziale cinese”, ma al suo interno troviamo spiccati elementi di “Spaghetti-Western” e “ Gangster-movie”. Se in Jackie Brown la “mattanza” , il “Gore” e lo “Splatter” latitavano in questo film è un tripudio degli stessi; la Thurman è una dea vendicatrice, una sposa macchiata di sangue che chiede vendetta, indossante una tuta gialla a bordi neri “rubata” all'inarrivabile “Bruce Lee” nel suo “Ultimo combattimento di Chen”, una mossa segreta per uccidere strappata a “Cinque dita di violenza” diretto da Chang-hwa Jeong che all'inizio dei settanta aprì il filone del cinema di Kung-fu. Il film gode inoltre di una colonna sonora magistrale e di un montaggio sonoro di elevata caratura, viene suddiviso in capitoli per improntare meglio la narratività della storia e il volume 2 (Kill Bill vol. 2)uscirà nelle sale l'anno dopo nel 2004 riscuotendo anch'esso un grande incasso al botteghino. 

http://www.notizienazionali.net/notizie/musica-e-spettacolo/14352/quentin-tarantino-il-regista-cinefilo-per-eccellenza

http://www.notizienazionali.net/notizie/musica-e-spettacolo/14414/quentin-tarantino-il-regista-cinefilo-per-eccellenza-parte-seconda

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