"Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie».
Queste parole dure nei confronti dell'azienda del Servizio Pubblico Radiotelevisivo sono state pronunciate nel febbraio 2016 dal Maestro Ennio Morricone intervistato sul Corriere della Sera da Aldo Cazzullo. Oggi, Viale Mazzini in uno dei suoi soliti comunicati trionfali e stucchevolmente altisonanti annuncia: "La Rai continua a rendere omaggio al premio Oscar Ennio Morricone: la sede istituzionale di Viale Mazzini sta trasmettendo, dalle ore 19, alcune delle sue più celebri composizioni musicali. Sul palazzo della Rai è comparsa esternamente la scritta: ''La sua musica vivrà per sempre. Grazie Ennio''.
"La sua musica vivrà per sempre", chissà chi sarà quel genio della comunicazione Rai pagato profumatamente con i soldi pubblici che se n'è uscito con queste brillanti e inusitate parole! Una frase che qualunque fruttivendola o qualsivoglia portiere (con tutto il rispetto) sarebbe stato in grado di farsi venire in mente salvo poi scartarla vista la banalità. La Rai che sdegnò Morricone per la sua spilorceria oggi gli rende la patetica caricatura di un omaggio tardivo che stonerebbe in un asilo infantile.
Lo stesso Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi ha rivangato l'aneddoto increscioso di cui sopra scrivendo su Facebook: "Invece di scusarsi per quel brutto episodio, oggi la ricca Rai, forte di quasi 2 miliardi di euro del canone dei cittadini, dedica alla scomparsa del grande compositore il minimo sindacale, solo repliche e spezzoni d’archivio". E rincara: "Invece di organizzare una prima serata con ospiti, concerti, materiali d’archivio per ricordare e raccontare la genialità di Morricone, anche per i giovani che magari lo conoscono meno, la Rai ha preferito la scorciatoia di riproporre vecchi materiali già pronti, una vecchia intervista e un film. A che serve pagare il servizio pubblico, se non occasioni come queste non è in grado di fare la differenza?".
E quell'infantile e offensivo "La sua musica vivrà per sempre" è soltanto la ciliegina sulla torta in faccia al Genio sbeffeggiato dal Servizio Pubblico.