L’eroe delle due Italie.
Il giusto epiteto, con la benedizione dell’Istat, per chi riuscirà a normalizzare la forbice del Prodotto interno lordo. Che, stando ai dati del 2014, diffusi dall’Istituto nazionale di statistica, divide la Penisola in due tronconi. Netti.
Veniamo ai numeri. Un anno fa, il Pil per abitante risultava pari a 32,5 mila euro nel Nord-ovest, a 31,4 nel Nord-est e a 29,4 nel Centro. Da Aosta a Perugia a Latina si tratta, insomma, di distacchi minimi, o comunque poco significativi. La situazione cambia, radicalmente, da Caserta in giù: qui infatti il Pil pro capite scende drammaticamente a 17,6 mila euro, il che significa -43,7% rispetto a quello del Centro-nord (il dato risulta, naturalmente, facendo la media del reddito totale del Nord e aggiungendo quello del Centro).
Tuttavia, allargando la valutazione numerica ad un arco di tempo più ampio, più precisamente prendendo in esame il lasso cronologico compreso tra il 2011 e il 2014, si nota che non è solo il Mezzogiorno ad aver fatto registrare i cali del Pil più evidenti, ma anche l’area del Nord-ovest. In termini di reddito disponibile, poi, il divario si riduce abbastanza, fino al 33,3%.
A beneficio di un più ampio pubblico di lettori, “sussidiarizziamo” un po’ i concetti chiave di cui si è parlato in questo pezzo. Per “reddito disponibile” intendiamo quella parte delle somme di denaro, guadagnate nel corso dell’anno,: di cui le famiglie dispongono per le loro decisioni di spesa o di risparmio. Per Prodotto interno lordo, invece, il valore monetario totale dei beni e dei servizi prodotti in un Paese durante un anno (o in un periodo di tempo poco più ampio).