Cara , Carissima Equitalia,“Ti piace vincere facile”?!
Proprio così – ecco un’altra sentenza dalla Suprema Corte di Cassazione ( 8 aprile 2016, n 6887 ) a favore di cittadini ed imprese e a danno del peggiore incubo degli italiani, Equitalia.
E’ facile pensare alla metafora di Davide e Golia – Davide vince con una fionda e abbatte il colosso Golia – oggi i Davide, e sono milioni, potranno contestare con più certezza di accoglimento la mancata notifica della cartella esattoriale, qualora non venga esibito dall’ente, anche dopo 5 anni.
Una grande fonte di salvezza per coloro che si ritrovano indebitati per decine di migliaia di euro e che ancora non sono riusciti a trovare un valido motivo per poter impugnare la propria posizione debitoria.
Ebbene sì, i Giudici dei Tribunali d’Italia e le commissioni territoriali confermano a colpi di sentenze che l’errore più ricorrente in cui incappa l’agente di riscossione è la mancata prova della notifica della cartella di pagamento.
Prova che può essere dimostrata solo nei seguenti modi:
L’originale dell’avviso di ricevimento della raccomandata ( ricevuta di ritorno ) nel caso di consegna da parte del postino.
La relazione di notifica redatta dall’ufficiale giudiziario o dal messo comunale nel caso venga consegnata a mano.
EQUITALIA DOVE HAI MESSO LA RELATA DI NOTIFICA ? SMARRITA ?
ALLORA IO NON TI DEVO NEANCHE UN SOLDO. !
ASSASSINI DI STATO ! VOI E LA VOSTRA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FORMATA DALLE BANCHE E DAL POTERE !
( studiate da soli cosa sia il signoraggio bancario!! Cercatelo su youtube ! )
Forse vi chiederete: ma è possibile che con un errore così banale commesso dal colosso delle riscossioni dei debiti si possa vincere?
La risposta è SI!
E ve lo spiegheremo cercando di sintetizzare la sentenza di cui abbiamo già fatto riferimento all’inizio dell’articolo (sentenza dalla Suprema Corte di Cassazione 8 aprile 2016, n 6887)
Esiste una norma di legge (art. 26, co. 5 del Dpr n. 602/1973) che impone all’ente di riscossione di custodire le matrici delle cartelle di pagamento e tutte le relative prove della notifica per un massimo di 5 anni al fine di esibirle ai contribuenti o alla pubblica amministrazione qualora ne avessero esigenza.
L’esattore, per legge, deve essere sempre pronto a esibire le relazioni di notifica o gli avvisi di ricevimento delle raccomandate su semplice richiesta dell’interessato.
E alla scadenza dei 5 anni che succede ?
Equitalia con molta probabilità ,visto anche le sentenze in continua crescita su questo senso, archivia/elimina tutto il cartaceo, di conseguenza se un contribuente volesse chiedere le prove della notifica di una cartella di oltre 10 anni prima, è altamente probabile che qualsiasi ufficio di Equitalia non potrà aiutarlo perché non saprebbe dove e come recuperare i documenti, e probabilmente risponderebbero che i termini per l’accesso agli atti sono decorsi.
Ma il fatto che i termini siano decorsi non depone a favore di Equitalia, bensì del ricorrente, infatti la Cassazione è stata molto chiara sull’argomento: una cosa è l’obbligo di conservare le cartelle per fini amministrativi e ispettivi, un’altra è per poter dimostrare, in caso di contestazione, l’effettiva notifica.
Si aprono allora due scenari :
il primo è che, assodato che la legge dovrebbe essere uguale per tutti, questa scappatoia vale anche per chi non la merita, per chi ad esempio non solo ha evaso imposte come IVA – IRPEF – IRAP ecc.. ma in aggiunta non lascia uno spicciolo all’erario –
il secondo è che i contribuenti onesti, che volevano pagare il loro debito ( il capitale) ma che a causa delle fantasie della politica consenziente e dell’ingordigia di Equitalia che cartella dopo cartella aumenta un debito di 100 sino ed oltre a 300, non sono riusciti a far fronte ai pagamenti, se non con rateizzazioni a dir poco discutibili sotto l’aspetto dei costi, interessi ecc..
Se chi ci governa, senza titolo tra l’altro, volesse fare una delle poche azioni utili ed intelligenti per salvare il nostro paese dalla fame, dovrebbe immediatamente fare un bel Condono Tombale su tutto il “monte cartelle” con abbattimento del 50% del capitale effettivamente dovuto a coloro i quali dimostrino una reale incapacità economica al pagamento dell’intero debito.
Nel frattempo, consigliamo a coloro i quali hanno sulla testa “cartelle importanti” di rivolgersi a professionisti esperti perché fare un ricorso, una opposizione, un atto ai vari enti interessati comporta grande conoscenza ed esperienza sulla materia .
Scrivete alla casella di posta info@avvocatoinfamiglia.com
e potrete ricevere adeguate informazioni sui migliori professionisti chetrattano la materia EQUITALIA.