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Usa, arrestato attentatore Congresso

Su Twitter si entusiasmava per la Jihad

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Veniva dall’Ohio e aveva pianificato un attentato a Capitol Hill, la sede del  Parlamento degli Stati Uniti a Washington.
Magari tutto sarebbe andato secondo le sue intenzioni, se un cinguettio di troppo, come riferisce la Sbc News il 15 gennaio, non lo avesse tradito. In un tweet, infatti, il ventenne di Cincinnati, Christopher Lee Cornell, aveva inneggiato, in modo un po’ troppo appassionato, alla Jihad. In realtà è stato l’ultimo di una lunga serie: già da un po’ le autorità lo tenevano d’occhio. Quel messaggio è stato insomma la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo averlo letto la polizia federale ha raggiunto il ragazzo al suo domicilio (da tempo gli indici della geo-localizzazione erano puntati su casa sua) e lo ha arrestato. Solo per le numerose “professioni di fede” fatte su Twitter? In realtà, varcata la soglia dell’appartamento dove viveva con i genitori, gli agenti hanno avuto una bella sorpresa (o più semplicemente la conferma di consolidati sospetti): lo hanno trovato in possesso di armi, e di circa seicento proiettili. Ormai con le manette ai polsi il ragazzo aspirante terrorista ha spiegato che da un po’ stava preparando un’azione memorabile: far scoppiare  dei tubi-bomba davanti alla sede del Congresso e quindi far fuoco contro poliziotti e staff dell’edificio, in preda al terrore. 
Un tipo strano, questo Lee: bravo a scuola, non privo di passioni sportive (wrestling), ma a tratti forse soffocato dall’amore iperprotettivo dei genitori. Aveva una ragazza, che però il parere negativo del padre lo ha costretto a lasciare.  E negli ultimi anni, poi, “un cambiamento repentino”, che mr. e mrs. Lee non hanno potuto fare a meno di registrare: in realtà una folgorazione sulla via dell’Islam, una inconfessata pulsione ribellista ammantata di misticismo violento segretamente sfogata online. Sui social network, infatti, agiva sotto falso nome: si faceva chiamare Raheel Mahrus Ubaydah.  

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