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Matrimoni, in Italia è calo in dieci anni

Incontrovertibili i dati Istat

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E vissero felici e contenti.

La classica chiusa della favola non presuppone per forza che il protagonista maschile e il protagonista femminile, dopo lunghe e inusitate peripezie, coronino il loro sogno d’amore proprio davanti all’altare. Però, diciamolo, siamo o no portati a immaginare che la conclusione sia proprio sempre quella, magari anche con il tacito accordo del favolista? E via con damigelle e testimoni, padri della sposa e parenti dello sposo, la marcetta di Mendelssohn e la carrozza che spunta da un punto lontano dell’orizzonte per rapire gli sposini, e farli sparire lontano, nell’orizzonte.

Se è vero che gli italiani leggono troppi pochi libri, dev’essere altrettanto vero che leggono troppe poche favole. Alla favola del matrimonio, di sicuro, sembra ci abbiano rinunciato. E da tempo.

I dati Istat contenuti nel dossier “Italia in cifre 2015” certificano che nell’arco di un decennio, più precisamente dal 2003 al 2013, le unioni legalmente riconosciute sono calate complessivamente del 26,5% rispetto al passato. In particolare i matrimoni officiati in chiesa sono costretti a registrare un desolante, preoccupante passo indietro,  -40,1%.

Fuori dalle percentuali, e andando ai numeri “contanti”, si è scesi dai 264.097 matrimoni contratti prima del lasso di tempo esaminato a 194.057. Fuga dagli altari, dunque, ma in compenso va un po’ meglio ai matrimoni celebrati in presenza del sindaco o di chi ne fa le veci: sempre nel medesimo decennio, infatti, le nozze civili sono balzate dal 29,4 al 42,5%

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