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Catania, sospesi i parti nella clinica dove morì la piccola Nicole

Per novanta giorni nessun parto nella casa di cura "Gibino"

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Per novanta giorni dal  17 marzo non sarà possibile partorire alla casa di cura, dove morì la piccola Nicole il febbraio scorso. Questa la decisione in seguito al provvedimento assunto dall'assessorato regionale alla Salute al termine delle ispezioni effettuata da Regione, Ministero,   Nas  il 16 febbraio  e che sono seguite alla morte della bambina, deceduta  dopo il parto per improvvisi problemi respiratori e per la quale non si è  riusciti a trovare un posto in ospedale pubblico.

Le gestanti  saranno ricoverate in altre strutture. Entro 30 giorni la clinica dovrà dimostrare al Dipartimento regionale preposto al controllo, di aver approntato un piano per superare  le criticità riscontrate, ed entro dieci giorni dalla ricezione del piano l' assessorato dopo aver valutato il documento  assegnerà' i termini per il suo completamento.
Sono state numerose le  irregolarità  riscontrate nell'ispezione, tra quelle più gravi:presenza insufficiente di pediatri-neonatologi, quelli che ci sono   lavorano all’interno come liberi professionisti e quindi non sono in grado di garantire l'assistenza ordinaria e quella in emergenza come previsto per  legge; la mancanza di una cartella clinica della neonata morta, l'inadeguatezza dell'ambulanza utilizzata per il trasporto in emergenza dopo aver deciso di non chiamare il 118; le  scarse comunicazioni con il 118 e un buco temporale di un'ora nella decisione del trasferimento verso Ragusa inizialmente rifiutato;  l'inesistenza di una procedura codificata per il trasferimento del paziente in urgenza.

"Questo è  uno dei primi provvedimenti, dice l'assessore Borsellino - volti alla verifica dei requisiti delle strutture afferenti alla rete materno-infantile pubblica e privata accreditata. Nella fattispecie la clinica dovrà dimostrare di aver messo in assoluta sicurezza tutte le procedure sanitarie previste dalla legge. Non si possono e non si devono fare sconti a nessuno sulla sicurezza del paziente in ambito sanitario"

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