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Scontri a Bologna fra centri sociali e forze dell'ordine: oltre 19 feriti

Arrestato un manifestante accusato di lesioni a pubblico ufficiale.

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Scontri con tanto di feriti, sabato sera a Bologna, in occasione dell'eloquio pubblico presso l'aula magna dell'università, del Governatore Bankitalia Ignazio Visco, il quale ha parlato della difesa dei lavoratori e non dei posti di lavoro. Una giornata di guerriglia tra i manifestanti e le forze dell'ordine, impegnate a fermare la folla di dimostranti in rivolta. Arrestato un manifestante; oggi ci sarà il processo per direttissima.

Tutto è iniziato alla stazione dei treni intorno alle 16, quando un gruppo di centinaia di persone si è incamminato verso Via Castiglione a Bologna, per contestare il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, mentre teneva un discorso nell'aula magna dell'università Santa Lucia, per la celebrazione dei 20 anni del Mulino. I manifestanti avrebbero poi dovuto raggiungere Piazza San Domenico, dove era in programma un presidio di Forza Nuova nel tardo pomeriggio. Ma già in via Castiglione, all'angolo con vicolo Monticelli, sono avvenuti i primi scontri con le forze dell'ordine: dai manifestanti è partito un lancio di bottiglie di birra e vernice azzurra e arancione. La polizia ha così reagito sparando fumogeni verso la folla di dimostranti, i quali tenevano alto uno striscione con la scritta “Bologna libera e antifascista”. Non è finita lì, una seconda ripresa si è verificata dopo le 19 in via Garibaldi, poco distante da piazza San Domenico dove si svolgeva il comizio del segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore. Il clima di intransigenza e odio reciproco era palpabile nell'aria, e proprio lì, gli animi si sono accesi. Come in guerra due fronti, da un lato circa 700 manifestanti dei collettivi e centri sociali, dall’altra intorno ai 250 componenti di Forza Nuova che mostravano lo striscione “Prima gli italiani”. A placare i due schieramenti, nel mezzo, le forze dell’ordine hanno lanciato fumogeni e respinto i manifestanti più rivoltosi. Ci sono stati momenti di paura e ansia per un dirigente svenuto dopo essere stato colpito al petto, forse da un ordigno rudimentale lanciato da alcuni manifestanti.
A finire in manette è stato un rivoltoso, accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale durante gli scontri avvenuti in via Garibaldi. Oggi sarà processato per direttissima Tra i feriti, si contano 19 membri delle forze dell'ordine: sei carabinieri con una prognosi di 2, max 20 giorni e 13 poliziotti ricoverati per perforazione del timpano, ai quali sono stati dati dai 7 a 12 giorni di prognosi. Sono rimasti contusi tre funzionari, un alto dirigente della questura, un vicequestore, dieci agenti dei reparti mobili di Bologna e di Padova, con ferite generali in faccia, agli arti e al busto, nonché diversi traumi acustici. Tra i feriti anche diversi manifestanti, dei quali non sono ancora note le prognosi. Uno di loro è stato medicato sul posto dal personale di un'ambulanza. È stata una giornata di scontri e tensioni in diverse piazze italiane. A Palermo, battaglia fra polizia e studenti davanti al liceo Regina Margherita, in occasione della visita del ministro dell'istruzione Stefania Giannini. Così ad Ancona, a Milano e anche a Napoli e a Reggio Calabria. Nei cortei delle due città del Sud, soprattutto questioni riguardanti l'immigrazione.

Dall'articolo 17 della Costituzione Italiana si evince uno dei diritti primari della libertà umana e soprattutto di cittadino, ovvero quella di riunirsi anche in luogo aperto, purché pacificamente e senza armi. In base a ciò che è stabilito dall'articolo 21, è diritto anche manifestare il proprio pensiero attraverso la parola, lo scritto o altri mezzi di diffusione.
Questi scontri sono l'esempio che l'abuso del diritto e la violenza sono lontani dalla democrazia e dalla giustizia, da qualsiasi parte provengano.

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