Giorgio Gori, già direttore di Canale 5, oggi molto vicino a Matteo Renzi, ha annunciato ufficialmente la sua discesa in campo: correrà per la poltrona di sindaco a Bergamo nelle file del Pd, ma prima dovrà superare lo scoglio delle Primarie.
"Mi candido perché penso che Bergamo meriti più di ciò che ha. Mi candido perché possiamo insieme lavorare per una città migliore", ha detto Gori.
"Le potenzialità ci sono - aggiunge - Per la ricchezza del suo tessuto sociale e produttivo, per la sua bellezza, per le sue risorse culturali, Bergamo può aspirare ad attrarre intelligenze, investimenti e visitatori, può offrire ai giovani che ha cresciuto una prospettiva per restare o per tornare, può essere una città vivace e al tempo stesso attenta ai bisogni dei soggetti più fragili, generosa e solidale, capace di valorizzare le tante energie di cui è ricca. Non è quello che è accaduto in questi ultimi anni, caratterizzati dalla crisi, anche per responsabilità di un’amministrazione rinunciataria. Per questo serve una svolta".
Gori, che ritiene il Partito Democratico "l’unica forza politica oggi in grado di realizzare un cambiamento, tanto a livello nazionale che locale", spiega di avere come obiettivo l'aggregazione di "un largo schieramento di forze politiche e civiche e l’ambizione, comunque, di poter essere un riferimento affidabile per tutti i bergamaschi. Metto a disposizione di questo progetto e dei miei concittadini l’esperienza accumulata durante la mia vita professionale, l’inclinazione a lavorare in squadra, la conoscenza dei problemi e delle risorse della nostra città , l’attitudine ad ascoltare e a decidere".
"Mi candido con spirito di servizio - conclude Gori - con l’umiltà che mi porta a sollecitare il contributo di tutti i bergamaschi di buona volontà , con l’amore che mi lega a questa comunità , con fiducia nella politica onesta, disinteressata e competente, con l’entusiasmo che una sfida così difficile e importante richiede".