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“Alla Regione costa meno una persona morta che ammalata”: l'accusa di una donna in balia del calvario sanitario del marito

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NUORO. “ Viviamo al limite della sopravvivenza. Paolo è stato nuovamente male e inizia a cedere anche psicologicamente. Tre giorni fa una caduta gli ha causato un trauma cranico e una serie di piccole fratture, ma l'Ospedale di Nuoro lo ha dimesso ugualmente”-  è questo l'ultimo aggiornamento di una storia da far venire la pelle d'oca.

A parlare è Salvatorica Corrias, moglie di Paolo Sanna, un uomo di 56 anni residente a Nuoro e protagonista di una vicenda sanitaria che si trascina da decenni.

Una grave cardiopatia anzitutto, alla quale si sommano poi uno scompenso polmonare, un tumore e un quadro clinico complesso ed articolato.
Per sanare i problemi al cuore, nel '91, con un intervento a Bergamo, gli vengono sostituite due valvole cardiache, ma la situazione non si stabilizza. Solo anni dopo si scoprirà che una delle valvole, quella aortica, era inadeguata e quindi non funzionale per la struttura del paziente.

Ma nel frattempo un altro male sopraggiunge e complica ulteriormente il quadro: un tumore maligno molto esteso, aggravato da una condizione fisica già debilitata e da una serie di patologie conseguenti. Sottoposto a chemio e radioterapia, Paolo si riprende, ma sarà un alleggerimento che durerà poco. Gli effetti della radioterapia si evidenziano in un quadro perennemente alterato, con valori fuori controllo e cistiti emorragiche.

Sono anni di viaggi della speranza e soste obbligate tra Nuoro, Bergamo, Milano e Bolotana ( paese di origine di Salvatorica). Sono anni di un calvario che si consuma tra malattia, voglia di sopravvivere, diritti negati e lotte impari.

Vicissitudini di vita e problemi di salute difficili da illustrare in modo esaustivo in questa sede: oggi Paolo Sanna vive a Nuoro ed è in attesa di ripartire per Bergamo per essere sottoposto ad un ulteriore intervento chirurgico.

Dal Dicembre del 2014 vive in un albergo di fronte al San Francesco di Nuoro.

Le sue condizioni sono talmente gravi – dice la moglie – che siamo obbligati a soggiornare in una struttura di fronte all'ospedale. Non possiamo fare altrimenti, le crisi di Paolo sono troppo frequenti. Abbiamo speso finora circa 15 mila Euro, ma non possiamo fare altro.

Il comportamento della Asl di Nuoro è vergognoso, ci trattano come se non fossimo delle persone umane. Probabilmente non hanno gli strumenti per affrontare un caso particolare come quello di mio marito. Prendono tempo aspettando che Paolo muoia, perché alla Regione e al Sistema Sanitario costa meno una persona morta che ammalata”.

Parla senza peli sulla lingua la signora Corrias, parla di malasanità subita sulla loro pelle, di negligenze e superficialità, ma anche di un atteggiamento disumano, che descrive come “un abbandono”, riservato loro al San Francesco di Nuoro.

Denuncia e attacca come chi non ha niente da perdere, e forse, a ben guardare, è proprio così.

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