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Quasi cento italiani ogni mese chiamano per avere informazioni sulla morte assistita

Il tema del suicidio assistito è tornato al centro dell'attenzione pubblica con la vicenda di Dj Fabo,

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L'associazione Exit che opera in svizzera per il suicidio assistito viene chiamata da circa 90 italiani al mese Ai microfoni di  Adkronos il presidente  Emilio Coveri,  spiega  di avere ricevuto chiamate anche da genitori per i figli in condizioni disperate ma essendo minorenni non si è potuto fare nulla.

Exit è un’associazione italiana per il diritto a una morte dignitosa, conta 38.000 soci e compie  20 anni quest'anno. Coveri racconta: "Ricordo benissimo i casi dei due bambini con cui abbiamo avuto a che fare negli anni passati: il primo era un bimbo affetto da spina bifida, il secondo da leucemia. Per quanto riguarda gli adulti, il numero di coloro che chiedono il nostro aiuto è in aumento e si tratta nel 20-30% dei casi di malati psichici: situazioni che nemmeno la Svizzera riesce ad affrontare bene, perché è davvero difficile capire malattie di questo tipo. Lo stesso problema si presenta per i minori, per i quali la 'dolce morte' non è consentita oltre confine: la prerogativa del suicidio assistito è che il paziente sia in grado di intendere e di volere, e di decidere per se stesso; e quando è di fronte al medico, quest'ultimo è tenuto a provare alcune volte a farlo desistere. Con il minore non si può procedere in questo modo. Solo Belgio e Olanda hanno approvato questa possibilità, prevedendo la figura del fiduciario ( i genitori)".

Nella succursale di Exit in Canton Ticino, da marzo scorso  35 italiani fino a oggi" hanno ottenuto la 'dolce morte' un numero destinato sicuramente ad aumentare visto l’aumento esponenziale delle chiamate che l’associazione riceve ogni giorno. 
Un dato che fa pensare come serve una legge anche in Italia, fa notare Coveri che aggiunge “Noi siamo comunque favorevoli all'eutanasia anche per pazienti con Alzheimer, Parkinson, e anche per i minori: non vedo perché debbano continuare a soffrire o andare incontro a un'eutanasia clandestina".

 

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