1 anno e 8 mesi. È quanto ha stabilito il Tribunale di Milano nei confronti degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana. La condanna è stata comminata per una presunta evasione fiscale da 1 miliardo di euro. Per i due anche l'assoluzione perché il fatto non sussiste in relazione all'accusa di dichiarazione infedele dei redditi. Dolce e Gabbana dovranno pagare 500mila euro all'Agenzia delle entrate che si è costituita parte civile nel processo.
Secondo il pm Laura Pedio le prove a sostegno dell'accusa sarebbero «granitiche». I due stilisti avrebbero costituito una società in Lussemburgo, la Gado, proprietaria dei marchi del gruppo, ma gestita in Italia. Condanna anche per Alfonso Dolce, fratello di Domenico e socio di minoranza, per il quale la Procura aveva chiesto la condanna a due anni.
Il legale di Dolce e Gabbana ha ribadito la non-sussistenza dei fatti chiedendo l'assoluzione dei suoi assistiti spiegando che sugli ipotetici 360milioni - incassati dalla cessione dei marchi a un prezzo «stracciato» - avrebbero dovuto pagare oltre mezzo milione di euro di tasse. Per questa accusa, ha aggiunto il difensore, «siamo cornuti e mazziati»: avendo versato «solo 162 milioni, e cioè il 45%, per i pm Dolce e Gabbana avrebbero voluto evadere le tasse. Ma è normale che le tasse superino di gran lunga il reddito? Non ci sono parole, è paradossale».