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Gesù, Giovanni Battista e la rivolta del monte Garizim

appuntamento settimanale con Alessandro De Angelis autore del volume "Cristo il Romano"

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Dott. De Angelis, nell'ultimo articolo ha parlato di una rivolta contro Erode Antipa che vide il coinvolgimento di Giovanni Battista e Gesù. Che fonti sono state utilizzate per questa scoperta?

La fonte primaria ci viene da Giuseppe Flavio da Antichità Giudaiche. Lo storiografo, subito dopo aver parlato della morte di Erode Filippo, ci da notizia di una sommossa che Giovanni Battista stava attuando contro Antipa. Vediamola ed analizziamola:

Ora fu in questo tempo che morì Filippo, fratello di Erode, nel ventesimo anno di Tiberio, dopo avere governato per trentasette anni la Traconitide, la Gaulanitide e la tribù detta dei Batanei. Il ventesimo anno di Tiberio corrisponde al 34 d.C., poi G. Flavio continua dicendo: "Intanto ebbe luogo una lite tra Areta re di Petra ed Erode; cercherò di raccontarne l'origine. Il tetrarca Erode aveva sposato la figlia di Areta e già da molto tempo viveva con lei. Nel viaggio che fece a Roma, albergò presso Erode suo fratello, nato da una madre diversa, cioè la figlia di Simone sommo sacerdote. Il tetrarca si invaghì di Erodiade, moglie di suo fratello, lei era figlia del loro fratello Aristobulo e sorella di Agrippa il Grande, e osò parlarle di matrimonio; lei accettò, e convennero che tornando da Roma sarebbe passata da lui; tra queste convenzioni v'era pure quella che egli licenziasse la figlia di Areta. Concluso l'accordo, egli navigò verso Roma.

L'Erode fratello di Filippo abbiamo visto essere Gesù, in realtà erano fratellastri, difatti Gesù nacque da Maria e da Giuseppe, mentre Filippo da Maria e da Erode il Grande. Inizialmente Tiberio mandò Carios a dire:

Carios dunque (inviato del) grande imperatore, uditi i miracoli che faceva Gesù, si premurò di andare da lui e lo vide. Allora Carios prese notizie su Gesù. Disse ad Erode: “Costui è degno di essere fatto re di tutta la Giudea e di tutte le terre di Filippo” .
Antipa quando seppe la notizia si recò a casa di Gesù per mettersi d'accordo con sua moglie Erodiade, poi andò dall'imperatore per fargli le sue rimostranze dicendogli che la tetrarchia di Filippo non spettava al Cristo in quanto non era figlio di Erode ma di Giuseppe, e chiese che fosse data a lui.

Ma Gesù come venne a sapere di questo patto segreto tra Antipa ed Erodiade?

Kuza era l'amministratore delle ricchezze di Antipa e la moglie, Giovanna, era cugina e discepola di Gesù; fu lei ad avvertirlo, e come lo seppe Gesù avvertì subito la moglie di Antipa che mandò ad avvisare il padre che dichiarò guerra ad Antipa, come ci fa sapere ancora G. Flavio:

la moglie di lui, informata minutamente dei patti tra lui ed Erodiade, senza che lui fosse a conoscenza che a lei era già noto tutto, chiese di andare a Macheronte, posto ai confini tra gli stati di Erode e di Areta, senza svelarne il motivo. Erode, persuaso che ella nulla sapesse, acconsentì. Tempo prima lei aveva disposto ogni cosa e inviato messi al Macheronte, che in quel tempo era soggetto a suo padre, sicché allestito tutto l'occorrente per il viaggio di lei dal governatore, lei era pronta a partire per l'Arabia e non appena arrivò passò da un governatore all'altro che provvedevano al trasporto. Così giunse presto da suo padre e gli disse quello che Erode progettava di fare. Areta partì di qui per una querela. C'era anche una lite a proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall'altra vi era stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi mandavano altri come comandasti invece di andare essi stessi. Nella battaglia che ne seguì, l'esercito di Erode era distrutto quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si unirono all'esercito di Erode e tradirono.

Gesù e Giovanni Battista approfittarono della situazione per attaccare Antipa, e G. Flavio, poco dopo aver narrato questa vicenda ci parla del tentativo di sommossa di G. Battista, che ricordiamo era cugino di Gesù in quanto figlio di Elisabetta Boeto: Ma ad alcuni Giudei parve che la rovina dell'esercito di Erode fosse una vendetta divina, e di certo una vendetta giusta per la maniera con cui si era comportato verso Giovanni soprannominato Battista. Erode infatti aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l'anima fosse già purificata da una condotta corretta. Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene.

 Quindi Antipa chiese aiuto a Pilato in quanto aveva il suo esercito schierato contro quello del suocero?

Esattamente, e fu proprio in questo tempo che avvenne la famosa rivolta del monte Garizim, sempre narrata da G. Flavio in Antichità Giudaiche:

Anche la nazione samaritana non andò esente da simili travagli. Li mosse un uomo bugiardo, che in tutti i suoi disegni imbrogliava la plebe, e la radunò indirizzandola ad andare in massa sul Monte Garizim, che per la loro fede è la montagna più sacra. Li assicurò che all'arrivo avrebbe mostrato loro il sacro vasellame, sepolto là dove l'aveva deposto Mosé. Essi, dunque, credendolo verosimile, presero le armi e, fermatisi a una certa distanza, in una località detta Tirathana, mentre congetturavano di scalare la montagna in gran numero, acclamavano i nuovi arrivati. Ma prima che potessero salire li prevenne Pilato occupando, prima di loro, la cima con un distaccamento di cavalleria e di soldati con armi pesanti; affrontò quella gente e in una breve mischia, in parte li uccise e altri li mise in fuga. Molti li prese schiavi, tra questi Pilato mise a morte i capi più autorevoli e coloro che erano stati i più influenti dei fuggitivi. Dopo questo scompiglio, il senato dei Samaritani si recò da Vitellio, uomo consolare e governatore della Siria, e al suo tribunale accusò Pilato di avere fatto una strage tra loro. Poiché dicevano che non come ribelli contro Roma si erano radunati a Tirathana, ma per sottrarsi alla persecuzione di Pilato. Vitellio allora mandò Marcello, suo amico, ad amministrare e ordinò a Pilato di fare ritorno a Roma per rendere conto all'imperatore delle accuse fattegli dai Samaritani. Così Pilato, dopo avere passato dieci anni nella Giudea, si affrettò a Roma obbedendo agli ordini di Vitellio, dato che non poteva rifiutassi. Ma prima che giungesse a Roma, Tiberio se n'era andato .

Come potete notare si parla di capi più autorevoli, segno che era in atto una rivolta, inoltre lo storiografo aggiunge che erano armati e sappiamo che Mosè non andò mai sul Garizim in quanto non attraversò mai il fiume Giordano. Pilato aveva una coorte a Sebaste e guarda caso è proprio a Sebaste che si trova la tomba di G. Battista. Poi, come già detto nel precedente articolo, processò Gesù per la sua implicazione, ma questi riuscì a discolparsi dal reato di lesa maestà facendo presente a Pilato che la sua azione non era rivolta contro il suo parente Tiberio, ma contro Antipa che lo aveva disonorato unendosi in matrimonio con sua moglie Erodiade.

 

 

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