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Lega Pro, è sorpasso nel girone A

Ė stata la domenica dell’Alessandria

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Matematico.

Se volete pitagorico, euclideo, archimedeo, come più vi piace. Ma era destino che la leadership più debole, tra quelle dei tre gironi di Lega Pro, dovesse subire sbalzi tellurici, alla quindicesima di campionato. Parliamo del primato del Cittadella, nel girone A. Tra i veneti e la seconda in graduatoria, l’Alessandria, c’era un margine di soli due punti (erano 29 quelli degli uomini di Venturato, 27 quelli della squadra di Gregucci): perché la vetta cambiasse padrone, dunque, sarebbe bastato che il Cittadella perdesse e l’Alessandria vincesse.

Ipotesi che, tra sabato e domenica si è effettivamente realizzata. In uno degli anticipi, infatti, i piemontesi hanno vinto, tra le mura amiche, lo scontro di alta quota col Sudtirol e sono saliti ; il giorno seguente, invece, contro otto previsioni su dieci la squadra capolista ha perso in casa contro il Feralpisalò. Questa sconfitta, dunque, ha una doppia valenza: da un lato determina il cambio al comando della classifica, dall’altro rimette in corsa proprio i repubblichini, ora a due punti dai veneti sconfitti: sono 27 quelli dei lombardi. Due punti sotto di loro stanno il Bassano e la Reggiana

Girone B. Poteva giocare sul velluto, la Spal, forte del risultato casalingo di parità ottenuto dalla sua più diretta inseguitrice, e cioè la Maceratese, in uno degli anticipi di sabato. Di scena ad Arezzo, gli estensi sono stati protagonisti di una gara pirotecnica, conclusasi col risultato di 3-3. Ad un certo punto, sotto di due reti, gli uomini di Semplici sono stati in grado di rimontare, e quindi di guadagnare un punto un ulteriore punticino sui marchigiani di Bucchi.  

Ma il bello, per la Spal, è che se anche fosse stata costretta a cedere le armi, poco sarebbe cambiato: in pratica, avrebbe anche potuto “perdere col paracadute”, proprio quello che, nel girone C, ha fatto la corazzata Casertana, fermata ad Andria dall’orgoglio federiciano pugliese: 2-0 il risultato finale per i biancoazzurri in una delle sei gare del raggruppamento giocate di sabato. Se la partita giocata all’ombra di Castel del Monte, tra quelle dello stock di anticipi,  è stata senz’altro la più decisiva, ai fini della classifica, di sicuro non si può definire la più scoppiettante: sotto questo aspetto, infatti, la palma della rilevanza la meritano senz’altro il 3-3 tra Melfi e Catania in terra federiciana lucana e l’imperiosa cinquina del Matera in casa dell’Ischia.

Appena un anno fa, non va dimenticato, la squadra dei Sassi se la giocava alla grande con le altre pretendenti alla zona play-off. Quest’anno, invece, una partenza falsa ha compromesso l’andamento del girone di andata. Però, fatti due conti, grazie all’exploit pitecusano, i punti di distacco dal Messina (fermato in casa, sempre sabato, da un redivivo Akragas), adesso sono solo tre. Nuova squadra vicecapolista in solitudine è il Foggia, che allo “Zaccheria” liquida il Cosenza, suo diretta concorrente, e sale a 28 punti. Alle spalle dei dauni, Benevento e Lecce. Bruzi costretti a retrocedere di cinque caselle.

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