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Posticipi serie A, Napoli re del campionato

Fiorentina, decisivo il primo tempo col Sassuolo

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Maradona è meglio ‘e Pelè.

E Sarri, a quanto pare, è megli’e Maradona, o almeno è come l’asso argentino (o come Bianchi, o come Bigon). Per non parlare di Gonzalo Higuain, conterraneo del Grande Diego. Era destino che l’erede de la Mano de Diòs dovesse venire anch'egli dalla "fine del mondo", come dice papa Bergoglio (altro argentino): lui non genio e sregolatezza, ma bomber implacabile, immancabile, puntuale come un orologio svizzero. Quasi sempre a segno, in questo primissimo scorcio di campionato (sono 12, infatti, le sue reti in 14 gare).

E neppure nella partita delle partite, quella di ieri contro l’Inter, posticipo-clou della XIV giornata e primo spareggio-scudetto della stagione, è venuto meno all’appuntamento. I due gol che, venticinque anni dopo l’ultimo titolo tricolore, riproiettano nuovamente il Napoli in vetta alla classifica di serie A portano entrambi la sua firma: al 2’ (quindi praticamente al pronti-via) e poi al 62’. Nel primo caso l’azione nasce da un pasticcio difensivo di Murillo, nel secondo decisivo è stato il ritardo di Liajić su Albiol, che di testa ha potuto agevolmente servire il puntero per il raddoppio; il serbo interista in prestito dalla Roma, uno dei migliori fino a quel momento e anche dopo, si farà comunque perdonare andando a segnare il 2-1 al 67’.

Naturalmente, però, non si può ridurre la vicenda della partita – e delle marcature che l’hanno caratterizzata – a due infortuni difensivi dell’Inter, colpevolmente svegliatasi a rilento, intorno al 20’ (e tornata compiutamente in partita nella ripresa): sospinto da un pubblico appassionato e “credente” nel miracolo (oltreché avvantaggiato da un uomo in più, l’Inter infatti è rimasta in dieci dal 44' per l’espulsione di Nagatomo),  il Napoli si è prodotto in uno sforzo talmente generoso da finire la gara reggendosi a stento sulle gambe. A suo rischio e pericolo. Ci provano Callejon al 6’, Insigne al 10’ e poi al 37’, Higuain al 26’ (ma è in fuorigioco).

L’Inter si fa vedere al 17’ con Perisic e al 29’ con Brozovic. Poi, l’uomo in meno che non le taglia le gambe, anzi. Se il Napoli, infatti, prima del secondo gol del Pipita, si fa vedere al 59’ con un colpo di testa di Hamsik, la manciniana aveva già suscitato qualche brivido al 46’ con un tiro di Brozovic di sinistro, e poi, subito il secondo gol, prodigiosamente si ricompatta e parte all’assalto. Il colpo di testa di Perisic al 65’ è solo il preludio del gol di Lijaic e del successivo assedio. Il Napoli è stremato, si trascina stancamente e la girandola di sostituzioni è una coperta troppo corta: tutto o quasi è affidato alla bravura del portiere Reina e al suo genio benigno, il cui influsso si sente in occasione del doppio palo che nega prima a Jovetic e poi a Miranda la gioia del pareggio. Era scritto che per il Napoli fosse una serata perfetta, ma non certo priva di emozioni. Forti, ed estreme. 

La Fiorentina, intanto, si accomoda al terzo posto, a 29 punti. Infatti, nell'altro posticipo del lunedì, il primo in programma (fischio d'avvio alle 18.00, la partita di Napoli, invece, è iniziata alle 21.00), i viola, al “Mapei Stadium” di  Reggio Emilia,  si sono divisi la posta con i padroni di casa del Sassuolo, ex squadra delle meraviglie da poco sorpassata dalla Juventus. Partenza-boom per gli uomini di Paulo Sousa, in gol al 5’ con Borja Valero: Gli estensi incassano e ripartono senza turbamenti: riusciranno a riequilibrare le sorti della gara prima che l’arbitro decreti la fine del primo tempo, grazie ad un colpo di testa di Floccari al 42’. La Fiorentina comunque recrimina per la mancata assegnazione di due rigori, al 4’ (quindi un minuto prima del gol) per un atterramento in area di Ilicic, e al 45’ per un intervento di mano da parte di Acerbi che “sporca” un cross del goleador Borja Valero.

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