Che succede ai campioni d’Italia?
Dopo il capitombolone interno contro l’Udinese nel turno inaugurale, l’Allegra Armata concede il bis negativo a Roma, in quello che, per due stagioni, è stato il match-cardine della leadership del campionato. Siamo solo alla seconda giornata, questo è vero, e per le bizzarrie del calendario, che ha azzerato le teste di serie, scontri al vertice di questo genere vengono consumati molto tempo prima che il loro reale valore di classifica possa maturare.
Ma è un dato di fatto che la Juventus, nelle due tappe agostane di questo torneo, ha deluso tanto nella partita casalinga (più o meno) abbordabile allo stesso modo in tutte le fasi del torneo , quanto nel match-clou che sarà, strada facendo (o che, magari, sarebbe stato). E, in entrambi i casi, ha deluso con poche attenuanti. Poca incisività offensiva allo "Juventus Stadium" (ma in attacco ci sono Dybala e Mandzukic, non dei signori nessuno), nervi tesissimi all’ "Olimpico", segno di ancor più esigua lucidità mentale. Il caldo, 35 gradi, costituiva, certo, una realtà indubitabile del contesto, ma in altri tempi questo non avrebbe limitato la squadra zebrata.
Ed era comunque lo stesso problema che, in teoria, avrebbe dovuto attanagliare la Roma: che però ha mostrato di avere quegli uomini che la Juventus, almeno in questa fase, non ha più. Ha un Pirlo che si chiama Pjanic e un Morata che si chiama Dzeko, mentre la Juve ha un Mandzukic che fa fallo al primo minuto, un Pogba ben lontano dai suoi livelli esplosivi, un Padoin che riscalda il posto a Marchisio e un Evra che è un cavallo imbizzarrito, ma non riesce a incanalare la sua furia per fini utili. E che fa quello che a Mandzukic non era riuscito: farsi espellere, al 77’, quando la Roma era già in vantaggio da sedici minuti, grazie ad una punizione di Pjanic. Poi, non passa neanche un minuto e la Roma fa 2-0 grazie a Dzeko. Gli scudettati finalmente si scuotono e fanno vedere qualcosa in avanti, ma oltre il gol della bandiera all’88’ non vanno: a segnare è Dybala, quantomeno per ricordarsi come si fa, come faceva a Palermo. In questi chiari di luna è già qualcosa.
La Roma sale così a quattro punti, a pari quota con la Sampdoria, protagonista dell’unico pareggio di giornata, 2-2 strappato a Napoli grazie ad un doppio Eder (rigore al 57’ e 59’), che rimonta la doppietta partenopea di Higuain (9’ e 39’). Capitolini e blucerchiati si piazzano così subito dietro il sestetto di testa, costituito, oltre che dal Sassuolo, da un’altra rivelazione, il Chievo, e poi dal Torino, dall’Inter e dal Palermo.
E che cadaveri sulle loro strade: il Chievo si sbarazza al “Bentegodi” della Lazio con un sorprendente poker (12’ Meggiorini, 30’ e 68’ Paloschi, 45’ Birsa); il Torino in casa fa polpette della Fiorentina regina della prima giornata (3-1, Moretti al 67’, Quagliarella al 69’ e Baselli al 77’ seppelliscono il vantaggio di Alonso al 10’); l’Inter rovina il debutto casalingo in serie A al Carpi (merito di uno Jovetic al quadrato, 31’ e 89’,su rigore a cui tenta di porre un argine Di Gaudio all’89)’; e infine il Palermo mata in terra friulana l’Udinese che aveva matato la Juventus a Torino (0-1, decide Rigoni all’8’).
Primi tre punti per Genoa e Atalanta: entrambe le squadre se li guadagnano in casa. Gli orobici ci riescono superando il Frosinone per 2-0 (reti di Stendardo al 21’ e Gomez al 69’), i grifoni, invece, piegando, col medesimo punteggio, l’Hellas Verona (12’ Pavoletti, 76’ Gakpe). Domenica prossima riposo: in settimana è di scena la Nazionale.