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Parma calcio, la mannaia di Equitalia

Pignoramento per debito pregresso

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Per il Parma calcio quello del 2014-15 non può certo definirsi un campionato storico, ma di certo è un campionato stoico: soli contro tutti, gli uomini del buon Roberto Donadoni stanno generosamente radunando le energie residue per concludere nel modo più dignitoso possibile una stagione che sembra segnata. Ma per i ducali non è l’anno zero: quello era già arrivato con l’infelicissima uscita di scena di Calisto Tanzi, mister Parmalat. Se proprio si deve individuare una datazione per il momento difficile di Mirante e compagni, probabilmente si deve andare ai numeri sotto lo zero. Da superpotenza del calcio italiano a nobile riconvertita in provinciale: l’ultima chance di tornare tra le grandi è sfumata alla fine dello scorso campionato, quando i gialloblù che si erano meritatamente conquistati sul campo l’Europa se la videro soffiare dal Torino. E per una questione di irpef non pagata. La prima anticipazione del baratro finanziario che sarebbe stato.
Sopra quel baratro il Parma cammina da settembre: e domenica dopo domenica, sconfitta dopo sconfitta, ancora non si capisce se sia il collasso sportivo a dover precedere quello societario o viceversa.  Tommaso Ghirardi, il presidente dell’Europa negata,  ha mollato, ora al timone c’è Giampietro Manenti, a cui  toccherà assistere ciò che forse il già ulcerato stomaco del predecessore non avrebbe digerito. Due eventi, nefasti, in un solo giorno, come spesso succede: e in un classico giorno della malasorte, martedì 17, febbraio. L’arrivo dell’ufficiale giudiziario nella sede del Parma, a causa di un debito pregresso del club nei confronti di Equitalia, pari a centomila euro; e la ratifica della scadenza dei termini utili per procedere ai pagamenti arretrati dei giocatori. Il che significherebbe -5 in classifica, cumulazione del -2 per l’insolvenza di novembre e del -3 per la recidiva. Altri punti sequestrati, pignorati, come i tre furgoni e l’auto che l’ufficiale giudiziario si è portato via. E torna a riaffacciarsi la minaccia della messa in mora imminente della società: e non sembra essere un fantasma, al contrario di quel bonifico da quindici milioni in arrivo sul conto della società  e che il dg Leonardi assicura di aver visto.

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