In Andalusia, sul circuito scenografico e bollente di Jerez, in Q1, scatenatissimi, passano Hayden e Bautista.
Si guardano gli orologi, si cercano i tempi migliori e quasi si frena l’ansia per la seconda tornata di qualifiche.
A scendere in pista per primo è Jorge Lorenzo, che lancia la sfida del miglior cronometro, firmando subito subito un tempo da 1.38.541.
Lorenzo sembra imprendibile, sembra il leader indiscusso di questo Gran Premio di Spagna che, precedentemente, gli regalò una doppietta.
Ma, a circa due minuti dal termine, tutto cambia.
Marc Marquez si lancia in pista e ogni centimetro di circuito diventa un centimetro di casco rosso, si mangia l’asfalto, si mangia i secondi e soffia la pole position a Jorge Lorenzo, col tempo stratosferico, mai realizzato a Jerez, di 1.38.120.
Il campione del mondo in carica scatterà dalla prima casellina e, arrabbiatissimo e tenace, domani, partirà secondo Jorge Lorenzo, con una Yamaha all’altezza, con un buon passo gara, con l’amarezza di chi qui sa di poter vincere.
Se solo non ci fosse quel pilota con la tuta arancione, se solo non ci fosse quel 93.
Jorge Lorenzo sembra il condimento di un panino, sta stretto, intrappolato tra le due Repsol Honda.
A seguirlo, infatti, c’è Dani Pedrosa, l’altro pilota della scuderia arancione, l’altro spagnolo che ci tiene allo stesso modo ad essere un buon padrone di casa.
E a seguirli, come un’ombra, su una moto che spinge abbastanza, c’è Valentino Rossi, autore del quarto tempo, davanti ad Espargaro e davanti alla Ducati ufficiale di Andrea Dovizioso (illusorio, col terzo posto nelle libere e, oggi, col sesto cronometro).
Passeranno in fretta queste ventiquattro ore che separano gli spagnoli dal Gran Premio di casa?
Passeranno in fretta queste ventiquattro ore che separano il bollore delle qualifiche dal bollore al quadrato che regalerà la gara?