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F1 | GP Belgio 2022: analisi gara di Spa Francorchamps

Verstappen-RB18 binomio senza rivali. Red Bull molto più prestazionale della F1-75 con ogni mescola

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Max Verstappen ha vinto il GP Belgio che si è disputato lo scorso 28 agosto presso il Circuit de Spa Francorchamps, sede del quattordicesimo appuntamento iridato della F1 2022. Il campione del mondo in carica ha rimontato da 14° a 1° in dodici passaggi e ha dominato la tappa belga. La performance monstre della Red Bull RB18 è stata testimoniata anche dal secondo posto di Sergio Perez. Terzo Carlos Sainz, con la Ferrari a precedere George Russell, Fernando Alonso e il compagno di box Charles Leclerc. Ritirato al primo giro Lewis Hamilton per un contatto con il pluri iridato dell’Alpine.

IL BINOMIO VERSTAPPEN-RB18 SENZA RIVALI

Per comprendere quanto sia stata straripante la rimonta del binomio Verstappen-RB18 è stato sufficiente vedere la rimonta del campione del mondo in carica da 14° a 1° in appena 12 giri. Una dozzina di tornate che hanno posto in cima alla classifica dei record l'olandese nella classifica della rimonta dal fondo più veloce nella storia della Formula Uno. L'avvio del ventiquattrenne di Hasselt é stato fulmineo, dato che già al termine del primo passaggio della corsa si trovava in ottava posizione. 

Per lo start della gara belga, il Team di Milton Keynes ha optato per una scelta di pneumatici molto aggressiva equipaggiando con le mescole soft C4 la monoposto dell'iridato in carica. Scelta strategica impeccabile, dato che Verstappen non solo ha ripreso il compagno di squadra Sergio Perez, che scattava con le medium C3, ma ha gestito in modo oculato l'usura del compound morbido tanto da fermarsi per il primo pit stop al 15° giro mantenendo un ritmo costante sull'1:51.9/1:52.1. 

Nonostante una mescole più soffice rispetto a Carlos Sainz e alla vettura gemella del messicano, il leader del mondiale si è fermato dopo entrambi, vantaggio strategico che gli ha permesso di passare alle coperture medium C3 rientrando in pista alle spalle dello spagnolo della Ferrari con un distacco di 4.7 secondi. Disavanzo cronometrico ricucito nell'arco di appena due tornate, quando la punta di diamante del costruttore anglo-austriaco ha sopravanzato il ferrarista sul rettifilo del Kemmel, con l'ausilio del DRS, prendendosi la leadership della corsa. 

Max impone un ritmo stratosferico alla gara, guadagnando sul diretto rivale Sainz oltre 1.5 secondi al giro a parità di mescola di pneumatici. Ma non è solo Verstappen a volare, é proprio la RB18 che in grado di esprimere una differenza cronometrica marcata rispetto alla F1-75, come testimoniato dal sorpasso di Perez sul madrileno, sempre sul rettifilo del Kemmel, che completa l'uno-due Red Bull

A questo punto, la corsa diventa un assolo del Team di Milton Keynes, con l'olandese che nel secondo pit stop monta nuovamente le medium C3, mentre il messicano segue la strategia della Ferrari con Sainz passando alle hard C2. Verstappen amplia ulteriormente la forbice cronometrica facendo registrare il giro veloce in 1:49.349 che spengono sul nascere ogni velleità di timida rimonta da parte della Scuderia di Maranello. 

Anzi, lo spagnolo accusa un disavanzo cronometrico ad ogni passaggio di oltre 1.2 secondi dal leader della corsa e di 0.5 secondi dalla seconda Red Bull che ha la medesima specifica degli pneumatici. Più che volgere lo sguardo sul duo di testa, l'ex alfiere della McLaren deve focalizzarsi sulla rimonta di George Russell che, avendo montato più tardi le gomme hard C2, ha un vantaggio prestazionale che lo porta a recuperare 6 decimi al giro al rivale per il podio. 

Progressione cronometrica che, però, nell'arco delle ultime cinque tornate subisce una battuta d'arresto col margine cronometrico tra i due che rimane stabile sui 2.1/2.2 secondi sino al calare della bandiera a scacchi che sancisce il dirompente successo di tappa degli anglo-austriaci. Oltre alla netta differenza prestazionale tra la RB18 e la F1-75, il Cavallino Rampante si è nuovamente reso protagonista di un altro errore strategico. 

Nel tentativo di effettuare il giro veloce della gara con Leclerc per togliere il punto addizionale all'olandese della Red Bull, il muretto modenese ha richiamato ai box il monegasco nel corso dell'ultima tornata per montare le mescole morbide e dare l'assalto al giro veloce. Al rientro in pista, però, il ferrarista è stato sopravanzato dall'Alpine di Fernando Alonso per via dell'errato calcolo sul vantaggio sul bi-campione del mondo che ha costretto il monegasco a sopravanzarlo il giro seguente. 


Nonostante la scia, il DRS e le coperture morbide, Leclerc ha chiuso il giro con un distacco di 6 decimi dal giro più veloce di Verstappen, ottenuto sedici passaggi prima con mescole medie. La beffa, però, è arrivata a fine gara: nell'inutile tentativo di effettuare il giro veloce, vista la differenza di passo gara con Max, Charles è stato richiamato ai box e ha superato il limite di velocità in pit lane con conseguente penalità di 5 secondi da aggiungere al tempo finale. Risultato? Per guadagnare un punto ne hanno persi due, dato che è stato declassato da quinto a sesto.

RED BULL RB18-FERRARI F1-75: DIFFERENZA NETTA CON TUTTE LE MESCOLE

Sul piano prestazionale, la gestione dell'usura, e conseguentemente dei livelli di aderenza, è stata nettamente differente tra la vettura anglo-austriaca e quella modenese. Nonostante temperature dell'asfalto e dell'aria più elevate rispetto a quelle delle qualifiche, con conseguente differenza nella gestione termica dei compound e della loro finestra di attivazione, la monoposto di Milton Keynes ha massimizzato il grip meccanico derivato dagli pneumatici in maniera decisamente più efficiente rispetto alla rivale di Maranello. 

Infatti, come si è denotato nell'arco dell'annata, con pista fredda la Red Bull ha un vantaggio nel warm-up delle coperture riuscendole a portare subito nel corretto working range, mentre la Ferrari necessita di condizioni climatiche più calde per innescare temperatura su ambedue gli assi. Verstappen e Sainz hanno preso il via le soft C4 e nell'arco di questo primo stint la differenza è stata già evidente. 

Max ha completato un long-run di 16 giri, mentre Carlos di 12 e già dal sesto passaggio ha accusato surriscaldamento al retrotreno che lo ha portato ad avere scivolamento nella fase di trazione. Teoricamente, la scelta della Ferrari di montare dalle PL3 una specifica di alettone posteriore leggermente più carico rispetto alla configurazione low-drag utilizzata nelle PL1-PL2, avrebbe dovuto favorire la stabilità del retrotreno per evitare proprio il fenomeno dell'overheating

Così non è stato, anzi. Non solo la perdita di performance si è denotata dopo poche tornate, ma anche la gestione dell'usura è stata peggiore. Con le mescole medium C3 e hard C2 il quadro generale della situazione è rimasto di fatto il medesimo. Il grip meccanico generato dalla RB18 ha creato un gap prestazionale rispetto alla F1-75 nell'arco della distanza di gara che non si era mai visto nel corso della stagione. 

Sainz e Leclerc hanno dovuto fare i conti con un avantreno tendente al sottosterzo in modo marcato, enfatizzato dal surriscaldamento delle coperture posteriori. L'anteriore non è stato reattivo in inserimento curva, con i piloti che hanno utilizzano molto angolo sterzo per stare cuciti al cordolo interno e, nel trasferimento di carico il retrotreno, dato che la monoposto non è in un posizionamento perfetto a centro curva, tende a scivolare verso l'esterno portando le coperture all'asse posteriore al surriscaldamento con conseguente decrescita della performance. 

Al contrario, la RB18, massimizzando l'utilizzo di ogni tipologia di pneumatico portato a Spa Francorchamps dalla Pirelli Motorsport, ha mostrato un bilanciamento impeccabile in ogni frangente nella percorrenza della curva: ingresso, punto di corda e trazione.

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