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F1, GP Gran Bretagna 2021: guida al Silverstone Circuit

Un tracciato ricco di curve veloci, rapidi cambi di direzione e poco esigente per l’impianto frenante. Analizziamone le caratteristiche

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Questo fine settimana, la Formula Uno farà tappa a Silverstone per la decima prova iridata stagionale. Il tracciato inglese ospiterà il Circus per la settantaduesima volta nella sua storia. Fu il 13 maggio 1950 quando si disputò proprio sulla pista britannica la prima gara della storia della F1. La pista nacque nel 1943 dall’aeroporto militare utilizzandone le varie vie perimetrali e venne inaugurata nel 1947. Il layout della pista è stato modificato svariate volte nel corso degli anni, l’ultima volta nel 2010. Nella configurazione attuale, la pista misura 5891 metri ed è composta da diciotto curve, delle quali dieci a destra e otto a sinistra.
Il record assoluto della pista appartiene a Lewis Hamilton, che la passata stagione ottenne la pole position col crono di 1:24.347 nel corso del primo dei due appuntamenti che si erano disputati l'annata scorsa sul tracciato inglese. Il record in gara è stato fatto registrare da Max Verstappen in 1:27.097 sempre nella prima delle due gare che si sono svolte nel 2020. Il 71 per cento del giro lo si percorre col piede dell’acceleratore pigiato al massimo, mentre solamente per l’11 per cento vengono utilizzati i freni. I cambi di marcia per ogni tornata sono 39, per un totale di 2028 nell’arco della distanza di gara. Il chilometraggio complessivo della gara sarà di 306,198 km/h per un totale di 52 giri. 

Circa duecentosettanta metri dopo la linea del traguardo dell’Hamilton Straight, vi è la Abbey (curva 1), una velocissima verso destra da percorrere in pieno in ottava marcia a 293 km/h, alla quale segue verso sinistra la Farm Curve (curva 2), da affrontare con la medesima marcia a 292 km/h di velocità. In seguito vi è la chicane destra-sinistra delle curve Village e The Loop, ambedue si percorrono in terza marcia e le velocità al punto di corda sono rispettivamente di 133 km/h e 88 km/h. La frenata della curva 3 è la più impegnativa del tracciato britannico. I piloti decelerano da 320 km/h a 125 km/h nell’arco temporale di 2,37 secondi e nello spazio di 130 metri. La pressione esercitata sul pedale del freno è di 150 kg, la decelerazione è di 4,8 G.
La trazione in uscita dalla quattro porta verso la Aintree (curva 5), una rapida sinistra da affrontare a 236 km/h in settima marcia, dove una volta superato il punto di corda, è possibile usufruire della prima zona DRS del tracciato sul Wellinghton Straight verso la Brooklands (curva 6). Si tratta di una sinistra da fare in quarta marcia a 169 km/h alla quale segue la Luffield (curva 7) in direzione opposta. La sette è una curva ad ampio raggio di percorrenza con un doppio punto di corda: la velocità in ingresso è di 166 km/h (4a marcia), quella in uscita è di 141 km/h scalando una marcia e parzializzando l’acceleratore in trazione.
Successivamente vi è la doppia destra delle curve Woodcote (curva 8) e Copse (curva 9), entrambe da percorre in pieno alle rispettive velocità di percorrenza di 276 km/h in settima e 301 km/h in ottava marcia. In seguito, vi sono in sequenza sinistra-destra-sinistra-destra-sinistra le curve 10 (309 km/h), Maggotts (301 km/h), 12 (276 km/h), Becketts (231 km/h) e Chapel Curve (264 km/h). Quest’ultima immette sull’Hangar Straight, dove vi è la possibilità di sfruttare la seconda zona DRS della pista, ed in fondo al quale vi è la Stowe (curva 15) verso destra.
Per affrontarla, i piloti devono appena toccare il pedale del freno in ingresso per poter impostare una traiettoria chirurgica al punto di corda e sfruttare il cordolo in uscita. La velocità è di 252 km/h in settima marcia. L’allungo seguente porta alla frenata della chicane sinistra-destra delle curve 16 (Vale) e 17. In entrata la si affronta in terza marcia a 116 km/h, in uscita a 124 km/h. Dopo, vi è l’ultima curva della pista, la Club, anch’essa verso destra da fare a 231 km/h in sesta marcia.

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