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F1 | GP Azerbaijan 2021, analisi gara: Red Bull regina dei cittadini, errore da matita rossa per Hamilton

Perez ha trionfato davanti a Vettel e Gasly. Debacle Mercedes, fuori dai punti. Lewis sbaglia tutto alla partenza dopo la bandiera rossa, Verstappen a muro

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Sergio Perez ha vinto il gran premio che si è disputato ieri pomeriggio al Baku City Circuit, sede della sesta prove iridata del mondiale. Per il messicano della Red Bull si tratta del secondo trionfo in carriera dopo quello ottenuto a Sakhir la passata e il primo di quest’annata. Scattato dalla sesta posizione in griglia di partenza, in seguito a una qualifica sfortunata, ‘Checo’ è stato abile in partenza a guadagnare subito due posizioni ai danni Sainz e Gasly, mettendosi  alle spalle del trio di testa.
Leclerc, che ho condotto la gara nelle battute iniziale, ha sofferto dopo poche tornate di un’accentuata usura degli pneumatici soft. Non appena la direzione gara ha abilitato l’utilizzo del DRS, il monegasco è stato sorpassato nell’arco di pochi giri da Hamilton, Verstappen e Perez nell’ordine. A quel punto, la gara era un testa a testa tra la Mercedes del britannico e le Red Bull. Il primo a effettuare la sosta ai box è stato il sette volte iridato. Il pit stop è stato due secondi più lento in quanto nello stesso momento stava transitando l’AlphaTauri del francese. Questo ritardo, ha aperto il margine sufficiente per consentire alla scuderia di Milton Keynes di effettuare la sosta con Max facendolo rientrare in pista davanti all’inglese.
La strategia dell’overcut del muretto anglo-austriaco ha funzionato non solo con l’olandese, ma anche col messicano che si è fermato qualche giro dopo in seguito a una sequenza di giri veloci con le gomme morbide. L’ex Racing Point è tornato in pista ad interporsi tra il compagno di squadra, leader della gara, e Lewis. Dal quindicesimo giro in poi, il passo gara delle RB16B con pneumatici a mescola dura è stato superiore rispetto a quello della W12 E Performance.
Verstappen col passare delle tornate ha incrementato il distacco e anche Sergio, dopo una decina di giri con Hamilton quasi sempre in zona DRS, ha aumentato il gap sulla monoposto tedesca. La gara della Red Bull sembrava sotto controllo e si stava concretizzando la prima doppietta stagionale. Ma, nel corso 44° giro, il pneumatico sinistro è esploso in pieno rettilineo sulla vettura di Verstappen, che ha impattato ad alta velocità le barriere fortunatamente senza conseguenze, mettendo la parole fine ai sogni di gloria del ventitreenne di Hasselt.
Dopo un periodo iniziale in regime di Safety Car, è stata esposta la bandiera rossa con le vetture che sono rientrate in pit lane al 48° giro. Dopo circa mezz’ora di sospensione della corsa, la direzione gara ha deciso di far riprendere la corsa con una partenza in griglia per i restanti due giri finali. Allo spegnimento dei semafori si è consumato il dramma sportivo di Lewis Hamilton. Il campione del mondo in carica è protagonista di un ottimo spunto allo start nel quale riesce ad affiancare all’interno Perez con la traiettoria favorevole. Nell’impostare la curva, Lewis ha completamento sbagliato il punto di frenata bloccando la gomma anteriore sinistra e finendo lungo nella via di fuga rientrando in ultima posizione.
Un grave errore per un pilota del suo livello. Con il rivale ritirato, sarebbe bastato portare a casa i 18 punti della piazza d’onore per riprendersi la vetta del mondiale, per di più allungando su Verstappen. Invece, il pilota della Mercedes è stato autore di un altro errore da matita rossa, che fa il paio con quello di Imola. In Emilia Romagna, Safety Car e bandiera rossa avevano salvato il bilancio finale del britannico, secondo al traguardo.
Questa volta, invece, è arrivato il primo zero dal gran premio d’Austria 2018 dopo ben 54 gare di fila consecutive a punti. Se si considera anche la gara di Monaco, concluso anonimamente in settima posizione, il bottino finale del back to back sui tracciati cittadini è di appena sei punti.
Con la RB16B numero 33 e la W12 numero 44 fuori dai giochi, sul podio sono saliti Sebastian Vettel e Pierre Gasly, rispettivamente secondo e terzo. Il tedesco dell’Aston Martin è stato autore di una gara perfetta, in una delle sue migliori negli ultimi due anni. Il lungo stint iniziale con gomme morbide, impeccabile la gestione degli pneumatici da parte del tetra campione del mondo, ha gettato la basi per centrare un altro risultato di rilievo in seguito al quinto posto finale di Monaco. Il costruttore britannico ha adottato la medesima strategia della gara monegasca: l’overcut. Mossa strategica che ha permesso a Seb di passare dall’undicesima posizione in griglia di partenza alla sesta in seguito al valzer dei pit stop.
Alla ripartenza successiva al periodo di Safety Car al 36° giro, per rimuovere la vettura del compagno di squadra, Vettel ha superato prima Charles Leclerc all’interno della curva 1 e il giro seguente ha sopravanzato Gasly. Il doppio sorpasso è risultato decisivo. Terzo podio in carriera in F1 per il campione GP2 2016, che ha messo la ciliegina sulla torta a un fine settimana da protagonista. La costanza di rendimento del francese è la diretta conseguenza della sua crescita come pilota iniziata la passata stagione. Anche nel ruota ruota finale con Charles, Pierre è stato molto audace nel contro-sorpassare la Rossa numero 16 e nel difendersi fino alla bandiera a scacchi.
Per il monegasco della Ferrari, scattato dalla pole position, la gara è stata un calvario dal punto di vista del passo gara. Dopo aver mantenuto la leadership nei primi giri, non appena è stato possibile usufruire del DRS il ferrarista è stato sorpassato prima da Hamilton e poi dalle Red Bull nell’arco di cinque giri. Anche dal punto di vista strategico l’undercut per montare le gomme dure non ha pagato, anzi. Gasly, che si è fermato dopo il campione F2 2017, è rientrato in pista davanti alla SF21 del monegasco e il duello tra i due si è protratto fino alla fine del gran premio dato che il ritmo della AT01 con le mescole dure a tratti è stato anche meglio di quello della monoposto di Maranello.
Lando Norris, quinto, ha parzialmente salvato il bilancio complessivo della McLaren nella trasferta azera. La scuderia di Woking ha comunque perso la terza posizione nel mondiale costruttori a favore della Ferrari. Il talento britannico ha preceduto sul traguardo Fernando Alonso e Yuki Tsunoda, rispettivamente 6° e 7°. Il veterano dell’Alpine, dopo aver faticato nell’arco della distanza di gara complice una vettura non eccellente sul passo gara e una strategia errata con l’undercut, è stato protagonista di una magia alla seconda partenza, successiva alla bandiera rossa.
Il pluri iridato ha sopravanzato all’interno della prima curva Daniel Ricciardo e Carlos Sainz e successivamente ha sorpassato all’esterno della curva 5 il rookie dell’AlphaTauri con una manovra che testimonia su tutta la sua abilità nei corpo a corpo. Complice anche il lungo in frenata del suo ex compagno di squadra, il due volte iridato ha guadagnato ben quattro posizioni in un giro. Lo spagnolo ha preceduto sul traguardo il suo connazionale Carlos Sainz, autore di una gara sottotono. Il madrileno ha sbagliato ambedue le partenze, perdendo posizioni in entrambi i casi. Ma soprattutto, ha commesso un grave errore nel corso dell’undicesimo giro in ingresso della curva 8.
L’iberico ha bloccato gli pneumatici duri all’asse anteriore, forse non ancora in temperatura dato che era nel suo giro in uscita box in seguito alla sosta, finendo lungo nella via di fuga e sprofondando in quindicesima posizione. Complessivamente, il weekend azero è da dimenticare per il ferrarista così come per l’australiano della McLaren che è stato nuovamente eliminato dal Q2 e, ad eccezione del gran premio della Spagna, ha sempre chiuso alle spalle del compagno di box in gara nei sei appuntamenti disputati sinora. Alle spalle del nativo di Perth si sono classificate le Alfa Romeo di Kimi Raikkonen, decimo, e Antonio Giovinazzi, undicesimo.
Per la Casa del Biscione si tratta del secondo piazzamento consecutivo della stagione. Il finlandese ha colto il primo punto stagionale, mentre l’italiano ha sfiorato la zona punti dopo una gara rimonta dall’ultima posizione in seguito all’incidente nel Q2 in uscita dalla curva 15. Dodicesima posizione per Valtteri Bottas, autore di uno dei suo gran premi peggiori della carriera in Formula Uno. Il finnico ha faticato in ogni sessione, non trovando mai il ritmo con nessuna mescola degli pneumatici. Se la qualifica è stata un calvario, la gara peggio ancora, totalmente abulica. Dopo la cocente delusione di Monaco, un altro zero in classifica per il finlandese.
Per la prima volta dal Red Bull Ring 2018, nessuna vettura di Stoccarda è andata a punti. iLtrentunenne di Nastola ha preceduto sul traguardo le Haas di Mick Schumacher e Nikita Mazepin. I due compagni di squadra, ambedue debuttanti dopo le stagioni in Formula 2, sono arrivati ai ferri corti nell’arrivo in volata che gli ha visti protagonisti sul rettilineo finale. Il tedesco ha sopravanzato il russo evitando per un nulla i contatto tra i due in seguito all’aggressiva manovra di difesa del moscovita, spostatosi sulla destra di colpo. Hanno completato la classifica Nicholas Latifi, penultimo, e Lewis Hamilton, ultimo. Il canadese della Williams aveva chiuso tredicesimo, ma è stato successivamente penalizzato di trenta secondi per non essere transitato dal pit lane in regime di Safety Car in seguito all’incidente di Verstappen. La penalità non è stata colpa del pilota, ma dell’ingegnere di pista che gli ha dato indicazioni errate.

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