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Giro d’Italia, cambio in vetta alla classifica generale

Tappa allo spagnolo Nieve

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Da un lussemburghese a un costaricano.

Il Giro d’Italia è ancora una volta la metafora perfetta di una certa Italia pre-risorgimentale (molto pre-), costretta a passare da una dominazione straniera ad un’altra. Ed in questo panorama, il buon sig. Brambilla di qualche tappa fa ne esce quasi con la grandeggiante statura di un Lorenzo il Magnifico campione della sovranità sportiva nazionale. Quel che è certo è che Bob Jungels (Etixx-Quick Step) può dire addio, almeno per il momento, all’accumulazione di maglie. Infatti quella rosa, ereditata proprio dal Magnifico di Bellano, se l’è vista sfilare dal petto a seguito della tappa di oggi: la tredicesima, che ha incoronato un corridore il cui nome, Nieve, se tradotto in italiano,  curiosamente suona come quel soffice manto invernale dello stesso colore della maglia ancora detenuta dal campione di Rollingen.

Blanco como la nieve, dunque, per sua fortuna Bob Jungels lo è ancora. Il rosa della leadership maxima, invece, gliel’ha soffiato quell’Andrey Amador di cui avevamo già sentito parlare e avevamo scritto, e anche bene, nelle tappe precedenti.  Dopo due vittorie sfumate per pochissimo,  il corridore della Movistar si è rifatto e con gli interessi, scalando la cima della classifica generale: e non gli è servito neppure vincerla, la tappa, perché a premiarlo è stata una discesa da manuale sull’ultimo gpm, dove invece il rivale lussemburghese si è fatalmente inceppato (ed è stato, quello, l'unico passo falso della sua giornata).

Dopotutto fino  a ieri aveva solo due secondi da recuperare, su Jungels, dunque il trapasso al comando non è completamente sorprendente. Merita, semmai, rilievo il fatto che è la prima volta in assoluto nella storia del Giro d’Italia che un sangue Maya balza in testa alla graduatoria che più conta. Quanto alle altre maglie, Nizzolo (Trek) è l’erede di Greipel (Lotto Soudal) in rosso (ricordiamo che il “Gorilla” si è ritirato ieri), mentre Cunego (Nippo-Vini Fantini) succede a se stesso in azzurro.

Qualcuno potrebbe anche pensare a fare un proverbio di quel detto che vuole che la storia vera del Giro inizi con le montagne. Questo è stato confermato anche oggi che la corsa ha preso contatto con le prime alture importanti, nella tappa Palmanova-Cividale del Friuli di 170 km. Tappa, però, che era iniziata come un qualsiasi  appuntamento per velocisti. Dopo pochi minuti dal gruppo di testa  di venticinque uomini è sgattaiolato via un picchetto di sei atleti, formato da Busato (Southeast), De Marchi e Quinziato (BMC), Mohoric (Lampre-Merida), Kadri (Ag2r) e Tjallingii (Lotto NL). Ma il loro è stato solo un tentativo di fuga, dal momento che il gruppetto è stato subito risucchiato nel grembo del plotone di partenza. A quel punto un uomo solo,  Denifl della Iam, tentava quello che non era riuscito ai sei; ma anche l’austriaco, dopo essersi aggiudicato i gpm di Montemaggiore e di Crai, si vedeva stoppato nel suo tentativo assai presto.

E Abbondantemente prima del terzo traguardo intermedio della giornata, il tv di Attimis vinto da Battaglin della Lotto NL. Eravamo a poco meno di 50 km dal traguardo. Da quel momento in poi iniziava la giornata epica di Nieve, primo al gpm della Cima Porzus e poi anche a quello di Valle, il quarto e ultimo della giornata. Laddove avevano fallito Busato e la sua banda e poi anche Denifl, proprio  lui trova un memorabile   successo. Dopo Valle non c’è più nessuno alla sua ruota, a parte un Visconti sempre più affannato (ma che comunque riuscirà a conservare la seconda posizione nell'ordine d'arrivo). Di Nieve è la tredicesima tappa, vinta all’altezza delle prime montagne, donde la nieve a menudo blanquea los picos.

E che bel balzo in classifica generale per Vincenzo Nibali (Astana), che vince da par suo il personale duello con Valverde della Movistar e, grazie ai 4’’ di abbuono proprio ai danni dello spagnolo, è ora terzo assoluto.

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