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Anticipo serie, A, Roma-panzer continua la sua marcia

Niente sconti alla Fiorentina

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Da un’ingorda di vittorie  ad un’altra.

Dalla Super Juve che, prima del Kit Kat spezzato e mangiato a Bologna, aveva infilato la mostruosità di quindici vittorie consecutive (una scalata pazzesca dalla metà della classifica al primato),  alla Super Roma delle sette vittorie una dietro l'altra. Sempre più Super Terza, a sole due lunghezze (momentaneamente) dal viceré Napoli, e soprattutto completamente ristabilitasi dalla lunga, dolorosa influenza coincisa col crepuscolo dell’era Garcia.

E all’orizzonte sembra profilarsi una volta ancora quel dualismo che ha dominato, al vertice, i campionati di serie A del 2013-14 e del 2014-15: lo scontro, cioè, tra la Juve (quasi) sempre in testa dall'inizio alla fine e la Roma inossidabile seconda, con licenza di primeggiare (alcune volte, ma mai in modo definitivo).

Quattro gol ai gigliati sotto il Cupolone non si vedevano dai tempi di Zeman, 4-2 nel 2012. Ieri la squadra di Spalletti, vincendo lo scontro diretto con i medicei per il possesso del terzo posto - e per la storia del campionato si trattava della gara d'apertura del XXVIII turno -, ha fatto anche meglio, perché ha migliorato lo scarto: oltre al gol di Kalinic al 48’, infatti, stavolta i giallorossi  non hanno concesso null’altro agli avversari.. Ad onor del vero, bisogna dire che la Fiorentina di oggi sembra la Roma del girone d’andata (almeno della seconda parte), mentre la Roma di oggi ha scippato l’identità della bella Fiorentina andata in scena da settembre a dicembre.

Una vittoria con poker sarebbe stata tipica dei viola d’autunno; ora, però, alla fine dell’inverno, delle due sono i capitolini quelli che dimostrano di essere più pronti ad entrare nella primavera. In effetti, è un freddo venerdì di inizio marzo, e  si gioca oltretutto di sera (fischio d’inizio 20.45), ma sopra l’Olimpico sembra comunque  che fiammeggi un sole ardente, grazie alla doppietta dell’ex di turno Salah, 22’ e al 58’, alla quale fanno da contorno i gol di El Shaarawy al 22’ e di Perotti al 38’.

E nel finale c’è anche spazio per il quasi rinnegato Totti. Dal suo piede parte l’ultimo brivido della serata, un tiro a giro al 92’ Agnosco veteris vestigia flammae, avranno recitato mentalmente molti romanisti sugli spalti, ma il pallone s’infrange sul palo. Poco importa, in fondo è come se fosse entrato: questa Roma si è riconciliata, e alla grande con la sua tifoseria, e Spalletti non poteva esimersi dal sancire questa riconciliazione dissotterrando l’idolo d’oro. Per il momento, a tempo; ma ci sarà tempo per tornare a farlo risplendere ancora, e più pienamente. 

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