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“A 50 anni, forse, avrò un figlio da mio marito morto”

Ottenuto il permesso all'impianto di embrioni congelati 19 anni fa.

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Una donna di 50 anni è riuscita ad ottenere il consenso all'impianto di embrioni conservati 19 anni fa. Dopo anni di sentenze che respingevano la richiesta di fecondazione assistita con gli ovuli del marito morto, l'avvocato Boris Vitiello, esperto in diritto sanitario, ha rivendicato il diritto di una donna, in base alla legge 40, di diventare mamma grazie a tale procedura. La donna potrebbe avere anche a breve un figlio dal suo defunto marito.

LA STORIA

Sono passati tre anni dalla morte del marito, ma la signora Margherita, nome di fantasia usato dal quotidiano Repubblica, da allora ha vissuto affranta dal dolore per la perdita subita e con la speranza un giorno di poter guardare nuovamente gli occhi dell'uomo che la fece innamorare vent'anni prima.
Al tempo lei era appena una trentenne, commerciante in un paesino in Emilia Romagna, mentre il futuro marito ne aveva già sessanta ed era pensionato come insegnante del liceo classico. Quell'incontro, racconta la donna ai giornali, è stato una benedizione, tant'è che da quel momento dice essere rinata. I due innamorati avevano cercato da subito di creare una famiglia, desiderosi di concepire un figlio dal loro grande amore. Ma questo non accadeva, così decisero di tentare la via della fecondazione assistita presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Anche quel tentativo si mostrò inutile, nonostante i bombardamenti ormonali, ai quali la donna era costantemente sottoposta, i gameti del marito non attecchivano al suo ovulo, lasciando un velo malinconico nei loro occhi speranzosi. Ad appassire i loro sguardi ci pensò poi, alla fine degli anni '90, una malattia che colpì il marito, inducendo i due amanti a sospendere per un po' di tempo la ricerca di un figlio. Sarebbe stata solo questione di tempo, invece il destino e la terribile malattia ha consumato quell'uomo, finendo per sottrarlo per sempre alla donna della sua vita.
Forse la profonda tristezza della donna e la sua voglia di riabbracciare il marito, seppure in astratto e in altre vesti, l'hanno condotta a riprendere in mano il sogno che avevano cercato di realizzare, senza mai riuscirci. Da quelli embrioni crioconservati potrebbe nascere un figlio con il suo stesso colore di occhi e che simboleggerebbe un amore che va oltre la morte.


Questo successo però potrebbe essere arrivato tardi, ormai 50enne si ritrova a pensare con maggior razionalità e lucidità a ciò che può offrire ad una nuova creatura, e la stanchezza ha un peso maggiore che in passato. Con felicità dice però che se dovesse nascere un bambino, lo chiamerebbe come suo padre, l'uomo che le ha cambiato la vita.

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