La storica cometa di Halley, individuata dall’astronomo che nel 700 le diede il nome, non ha mai goduto di buona fama. Alle sue apparizioni, ogni 76 anni, astrologi e millenaristi hanno associato sventure di ogni genere, soprattutto per regnanti e governanti: dalla sconfitta di re Harold d’Inghilterra nel 1066, alla fatale malattia di Edoardo VII nel 1910. Ora è Dallas Abbott, una ricercatrice americana, a scagliare sulla cometa un’accusa infamante: avere provocato quella che è passata alla storia come 'la peste di Giustiniano', un'epidemia che invase l’Impero romano d’Oriente fra il 541 e il 542 d.C.
La Abbott è una geologa marina, nota fra gli studiosi di scienze della Terra per le sue campagne di esplorazione sui fondali oceanici. Da alcune pubblicazioni scientifiche e storiche del 2010, è emerso che l’impatto provocato dalla caduta dell'asteroide, avrebbe sollevato una fitta nebbia di detriti rimasti per mesi in sospensione nell’atmosfera. Ciò provocò l’attenuazione della luce solare, l' abbassamento delle temperature medie globali, carestie, calo delle difese immunitarie, epidemie e peste. In effetti, anche alcuni antichi cronisti dell’impero riferiscono, nelle loro storie, di aver assistito ad invasioni di ratti, insetti e parassiti d’ogni tipo, e di mortalità per la peste, che nella sola Bisanzio, toccò il picco di 10 mila decessi al giorno.
L’ipotesi della Abbott si accosta a quel filone di studi che ricerca possibili correlazioni fra catastrofi terrestri e fenomeni cosmici. Tuttavia, il legame tra la peste di Giustiniano e la catena degli eventi appare insolito e gli indizi che dovrebbero sostenerlo piuttosto labili.