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Natale in famiglia? Si ma davanti a Skype

Negli ultimi anni è più facile interagire a chilometri di distanza che chiacchierare facci a faccia

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TECNOLOGIA – Giorni fa, sfogliando l’inserto culturale edito dal Corriere della Sera dal titolo ‘La Lettura’ mi sono imbattuto in un articolo molto interessante che parla principalmente della presenza familiare attorno al tavolo per il pranzo natalizio.

Per gli italiani si sa, il pranzo del 25 dicembre è un’istituzione più che una tradizione e la presenza di ognuno dei componenti della famiglia deve esserci a prescindere dalla distanza che li divide per gustare tutti insieme le prelibatezze della tradizione.
Dimostrazione di questo è stato anche il video, ripubblicato anche da noi qui, del video diventato virale a pochi giorni dal Natale di Casa Surace nel quale gli studenti fuori sede comunicavano alle famiglie di non tornare a casa per le festività scatenando l’ira di genitori e nonni.

Tuttavia, nonostante la tradizione sia così intensamente sentita, sempre più spesso non tutti possono essere fisicamente presenti attorno alla tavola ecco perché è logico che si tenti di trovare la soluzione adatta ad un simile problema. Accorre quindi la presenza di Skype, infatti secondo lo studio riportato sull’inserto, con l’aumento dei single e la maggior frammentazione delle famiglie, legati strettamente agli spostamenti per lavoro sempre maggiori, si è notato che il trend comune, rappresentato dalla presenza di tutti a ‘mangiate infinite’ si sia ridotto ad un mero atto dovuto e necessario per sopravvivere spesso relegato a momenti più o meno lunghi della giornata ma soprattutto lontano dalla confusione, l’esatto contrario dunque dei cenoni e dei pranzi delle feste.

Non solo, sembra, infine che soprattutto tra i giovani, il dover incontrarsi con parenti che non si vedono mai e cercare di interagire gomito a gomito sia più complesso che scambiare due parole in croce con un interlocutore distante migliaia di chilometri e separati da uno schermo.
Insomma stare davanti ad un computer lascia in esistenza l’essenziale, vale a dire li chiacchiericcio e la visibilità lasciando da parte l’obbligo di sopportazione e la condivisione dei piatti proposti.

Insomma ci si trova distanti anni luce e non solo solari da quelli che nell’antica Grecia venivano definiti Sissizi che avevano la caratteristica di tenere insieme i membri dell’esercito in modo che questi interagissero e si sentissero più uniti. In quel caso però non erano legati – almeno la maggior parte di loro – da un legame di parentela ma si sentivano di certo più uniti di tante famiglie attuali, disgregate o parcellizzate da lavori, litigi e chi più ne ha più ne metta.

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