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Google sviluppa il suo Assistente Vocale grazie agli sceneggiatori

Menti di Pixar e The Onion per sviluppare tra utenti e devices un 'rapporto emotivo'

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USA - Sceneggiatori dietro le risposte dell’intelligenza artificiale? Potrebbe sembrare una battuta di spirito ma non è così visto che proprio uno dei colossi mondiali legati al mondo della tecnologia e di internet come Google ha deciso di percorrere proprio questa strada per rendere più appetibili i propri assistenti vocali.

L’azienda statunitense, infatti, ha deciso, nel corso dello sviluppo del suo algoritmo Assistant – un software che ha il compito di apportare agli utenti la giusta assistenza vocale e testuale – di dare personalità al programma grazie all’aiuto di un team di sceneggiatori e autori. In base a quanto riportato dal Wall Street Journal, il team scelto da Google sarebbe composto da sceneggiatori provenienti dallo studio di animazione Pixar e da autori del giornale satirico web The Onion.
 

LE MOTIVAZIONI – Tutto sta nella tendenza e nella volontà, anche inconscia, dell’essere umano a tentare di creare legami emotivi anche con oggetti inanimati. Per questo motivo si è deciso di rendere ‘più umano’ l’approccio dell’utente con il proprio smartphone.
Un precedente in questo senso è di certo rappresentato da Siri, l’assistente vocale di Apple, reso meno meccanico proprio dall’inserimento di battute di spirito in risposta a determinate questioni, riscuotendo un ampio successo.

IL PROGETTO E IL SUO FUTURO – Sempre secondo il quotidiano americano, Google avrebbe in progetto di portare l’approccio umano ad un livello ancor più alto rispetto ad Apple anche se non sono ancora state rese note le modalità secondo le quali questo dovrebbe avvenire soprattutto anche perché non si è ancora a conoscenza del numero di ‘menti’ impiegate per questo processo.

Tuttavia, come si legge anche dalle righe de La Stampa, è certo che tra le capacità di dar vita ad oggetti inanimati di Pixar e quella di cogliere nel segno di The Onion ci sarà da divertirsi anche con i futuri devices.

Inoltre il Wall Street Journal, citando rapporti affetti, riporta anche il caso di una donna di 69 anni che vive da sola e che dialoga quotidianamente con un dispositivo Home Smart di Amazon. La signora ha affermato che è come incontrare un altro essere umano e per questo è più facile crearvi un rapporto reale.

 

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