Nessuna pausa estiva per Matteo Renzi. Il premier ha annunciato un "patto con gli italiani", che si propone di ridurre le tasse di 50 miliardi di euro entro il 2018. Per raggiungere tale cifra, Matteo Renzi include nei suoi calcoli: il bonus di € 80 al mese concesso ai dipendenti che guadagnano meno di 25.000 euro l'anno e la riduzione dell’ Irap, l'imposta considerata più stupida del mondo, in quanto si applica ai salari e scoraggia l’assunzione di dipendenti.
La prima bella notizia, a partire dal 2016 con la rimozione di Tasi e Imu cioè delle tasse di proprietà sulla casa principale, i terreni agricoli e fabbricati industriali. Costo dell'operazione: 5 miliardi. Nel 2017: riduzione delle imposte sugli utili aziendali e un'ulteriore riduzione dell'Irap per 15 miliardi. Infine, nel 2018, la riduzione delle imposte sul reddito
delle persone fisiche, sempre per quindici miliardi.
Per finanziare questo piano, che in realtà taglierà 35 miliardi , non 50, il presidente del Consiglio conta su una crescita del PIL superiore a quello del documento finanziario (fissato a 1,4%) e ha annunciato tagli al bilancio del Stato. Certo, Matteo Renzi riconosce la necessità di ridurre il debito pubblico - 2.200 miliardi o 132,5% del PIL - "per evitare che siano i nostri figli a pagare i nostri errori", ma non ha fretta. Quindi non esclude la possibilità di superare nel 2016 l’1,8% del deficit imposto da Bruxelles.
La "rivoluzione fiscale" annunciata da Matteo Renzi con la sua pioggia di miliardi è un'operazione politica dettata dalla sua popolarità in declino. Dopo il 41% dei voti delle elezioni europee maggio 2014, il Partito Democratico (PD) non ha brillato nelle amministrative di giugno Il PD è impantanato nei casi che minano la sua credibilità a Roma, Napoli e la Sicilia, e la sinistra del partito ha dichiarato guerra l'ex sindaco di Firenze. A livello internazionale, l'effetto "Renzi" non è durato. Il presidente del Consiglio è rimasto in silenzio sulla situazione Ucraina per non on dispiacere la Russia di cui l'Italia è un partner privilegiato. Sulla Grecia, Matteo Renzi ha cambiato più volte opinione , e il suo defunto sostegno ad Atene ha il sapore di un rally di circostanza. La luna di miele con l’Europa è finita.
Piuttosto che iniziare una riconquista aleatoria del Pd Matteo Renzi, è in caccia di voti tra i nostalgici di Berlusconi non a caso il tema fiscale è stato uno dei cavalli di battaglia dell'ex cavaliere partendo dalla rimozione della tassa di proprietà sulla casa, il colpo di genio che a Berlusconi fece quasi vincere le elezioni nel 2006, mentre tutti i sondaggi lo avevano dato per ampiamente battuto.
Berlusconi, da manager aveva annunciato "un contratto con gli italiani" Matteo Renzi ha presentato la sua riforma fiscale come "un patto con gli italiani", ma sono le stesse ricette presentate con le stesse parole.