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Mattarella: “Expo, un’occasione di crescita per il Paese”

Occhio di riguardo al panorama infrastrutturale

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L’expo di Milano non è, e non potrebbe essere, un appuntamento di routine.

Con queste parole si è aperto l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata conclusiva della tappa fiorentina dell’Expo delle Idee (27-28 marzo), importante forum itinerante di avvicinamento all’Expo milanese del prossimo maggio. Alla prima tappa, quella di Milano dello scorso febbraio, il capo dello Stato non era stato presente. Si è concesso nella capitale storica e morale del potere renziano, preceduto di poco da quel Dario Nardella che proprio dal premier ha ricevuto le chiavi di Palazzo Vecchio. A fare da immediato aperitivo al messaggio presidenziale era stato comunque il ministro delle Politiche Agricole Guido Martina, tra i principali responsabili dell’organizzazione dell’evento.E non era mancato il saluto del segretario Onu Ban Ki-moon

Con l’opportunità rappresentata dall’Esposizione universale di Milano del 2015 – continua Mattarella  –  il sistema-Paese deve essere consapevole di avere la possibilità di misurarsi sul piano della elaborazione di idee e delle capacità realizzative. Non può andar delusa la sfida riguardante l’approntamento di sistemi complessi, infrastrutturali e logistici, in grado di rappresentare veri e propri ambiti di innovazione e di traino per lo sviluppo.”

Infrastrutture, punctum dolens. “Il quadro infrastrutturale italiano, spesso non omogeneo dal punto di vista qualitativo e delle interconnessioni con i sistemi internazionali, non può che uscire rafforzato da una sferzata di vitalità.

Il discorso entra poi nel merito dell’Expo. “Il tema prescelto per l’evento, “L’alimentazione energia per la vita”, rappresenta una delle sfide fondamentali per il futuro del genere umano. Nelle pieghe del  diritto al mangiar bene, al mangiar sano, si nasconde quello più universale alla vita. L’Expo sarà un’occasione  feconda per ridefinire opzioni su questioni come i suoli e il loro uso, l’acqua, l’equilibrio ecologico, la ricerca, le relazioni e gli scambi internazionali: tutti temi su cui l’Italia è chiamata a dare il suo contributo per dar forma a politiche più adeguate, a livello comunitario così come nelle sedi multilaterali o bilaterali. Un lavoro che impegna in queste settimane cruciali tanta parte del Paese.

Si sente la fibrillazione per l’avvicinarsi di un evento dall’importanza capitale. E anche Mattarella se ne sente giustamente pervaso. “Ė l’intera Italia che guarda ad Expo 2015, di fronte a cui si pone un pubblico ad un tempo qualificato e curioso. Possiamo paragonare l’Expo ad un grande convoglio che fa irruzione sulla scena nazionale e mondiale per disseminare intorno a sé messaggi e contenuti che desideriamo positivi. Innanzitutto per il nostro Paese: industriosità, innovazione e capacità di competere italiane, unite alla coesione del nostro quadro politico-istituzionale e territoriale. La funzione oggettiva di Expo è quella di essere veicolo di elaborazione culturale e di promozione educativa:ieri il cibo, oggi l’acqua e l’energia, diritti delle genti, sono chiavi determinanti dei conflitti, ragion per cui una riflessione globale su tali fondamentali risorse è in sostanza un contributo alla pace.”

Momento di incontro globale sui temi attinenti alla qualità globale della vita, ma anche e soprattutto vetrina per l’Italia. L’inquilino del Quirinale non lo dimentica. “Sono quattro le parole chiave dell’Expo per ciò che riguarda l’Italia: bellezza, saper fare, innovazione e vivaio. La bellezza è la cornice artistico-ambientale che l’Italia può offrire, cornice che può vantare un equilibrio armonico tra natura e lavoro dell’uomo ma dove però non mancano contraddizioni crudeli e inaccettabili (la Terra dei Fuochi). Innovazione e saper fare sono in realtà due facce della stessa medaglia, dal momento che l’ingegno italiano si è sempre contraddistinto per un tratto decisamente inventivo, a dispetto di un’immagine che ci vede come un popolo di “cesellatori”. Il vivaio riguarda invece il modo italiano di concepire e condurre l’Expo: bisognerà, cioè, riuscire a fare delle esperienze positive e di crescita che si accumuleranno nel corso dell’Expo una sorta di “spazio di allevamento” di quelle buone pratiche sui temi dell’ambiente e delle sue risorse primarie che, sommate insieme, possano condurre ad un modello operativo di riferimento durevole nel tempo. Ė scontato dire che un risultato positivo dell’evento avvantaggerebbe enormemente il capitale sociale del nostro Paese.”

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