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Jobs Act : polemica Renzi Boldrini

Lo scavalcamento delle commissioni parlamentari non è piaciuto a Laura Boldrini

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La riforma del lavoro è andata avanti; per la minoranza Dem siamo tornati agli anni cinquanta. La presidente della Camera, Laura Boldrini, fa notare che sono state ignorate le preposte commissioni parlamentari. Debora Serracchiani replica decisa: "Spiace che la Presidente della Camera che ricopre un ruolo terzo, di garanzia, si pronunci in questo modo sulle riforme portate avanti dal governo, sapendo bene che il parere delle Commissioni non è vincolante. Quanto all'uomo solo al comando, ricordo sommessamente che il Pd é una squadra di donne e di uomini, che portano avanti un lavoro di gruppo, uno sforzo comune, un'idea di futuro insieme". Per la maggioranza Dem infatti la figura del leader è indice di modernità.  Ribatte anche Gianni Cuperlo appoggiando il rimprovero della Boldrini: "Il governo non ha ritenuto  necessario recepire quelle che erano delle raccomandazioni contenute nei pareri delle commissioni parlamentari". Critiche anche da parte dei sindacati , la leader Cisl Annamaria Furlan non fa sconti e dichiara che il governo ha deciso da solo e ha deciso male; la Cgil rinforza il concetto: " così non si cambia verso." Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è contento perché con il Jobs Act di Renzi, nel 2015 ci saranno 100-200mila occupati in più". La Boschi con pragmatismo fa sapere che “chi ha voti va avanti” anche la sinistra dem ribadisce che andrà avanti sull'Italicum e si batterà per apportare dell modifiche. Il nuovo centro destra con Alfano annuncia che sono pronti a rinnovare il patto con Renzi fino al 2018 . Alfano rivendica il ruolo del Ncd, e definisce il jobs act  "un traguardo storico.

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