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Arriva il parlamento virtuale

Prima convocazione 6-7-8 febbraio al centro Congressi Parco Tirreni a Roma

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Tra gli ideatori di questa interessante iniziativa politica troviamo Giampiero Catone parlamentare e direttore del quotidiano la Discussione fondato dal Alcide De Gasperi nel 1953. Quotidiano gestito attualmente da una cooperativa di giornalisti appartenenti all’area di centro non facenti riferimento a nessuno partito politico. L’idea è venuta da una serie di sondaggi sulla politica italiana dai quali è emerso tutto il malcontento ma nessuna proposta. Da qui il desiderio di alcuni sondaggisti tra cui Manheimer e Piepoli, di avviare in collaborazione con “La Discussione “un progetto diverso e continuativo, un parlamento virtuale dove chiunque ne faccia parte potrà rispondere alla fatidica domanda “tu che faresti?” “ Vede “ spiega il dott. Catone “molti sono distruttivi e pochi costruttivi e questo non è positivo vediamo di ribaltare il trend. Inoltre i grandi sondaggi solitamente vengono svolti su 5000 contatti e 1000 risposte. Qui avremo 945 parlamentari che lavoreranno quotidianamente su un tema e che riferiranno sui risultati raggiunti , possiamo tranquillamente parlare di un sondaggio giornaliero. “ Ma non si pensi che il parlamento virtuale serva solo per tastare il polso degli italiani, avrà anche una funzione importante quella di proporre leggi che poi saranno riportate nel parlamento reale. Questo l’elemento realmente dirompente. Il primo incontro tra i parlamentari si terrà a Roma il 6-7-8 febbraio . Tutti i parlamentari virtuali si incontreranno personalmente  e alla presenza di dieci parlamentari “veri” invitati con criterio trasversale proprio per sancire questa collaborazione effettiva con l’organo reale. Importante sottolineare, visti i tempi,dire che ogni parlamentare virtuale non riceverà nessun compenso. “ Abbiamo invitato in modo molto democratico chiunque volesse aderire all’iniziativa” racconta il direttore “ tramite i social-network e inizialmente abbiamo avuto 200mila interessati, diventati poi 18milaquando si è chiesto di compilare un modulo, sono scesi ulteriormente a 1700 quando abbiamo inviato un codice di iscrizione con ulteriore controlli e avremo un’altra scrematura nell’ultima fase dove i parlamentari dovranno inviare una fotografia e dare informazioni personali più specifiche” Questo non è per invadere la privacy ma prorpio per avere quella trasparenza e chiarezza fondamentale che occorre per ricoprire un ruolo simile anche se virtuale” “il confronto, la discussione , il controllo collettivo il riappropriarsi della funzione parlamentare è più mai necessario oggi dove il ruolo dei partiti si è perso e si è legittimato l’opera del singolo. “ conclude Giampiero Catone. Non  resta che augurare buon lavoro a tutti i futuri parlamentari virtuali.

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