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Vertice maggioranza, cambiati termini legge elettorale

Soglia di sbarramento, quote rosa e premio di maggioranza

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Italicum, un ritocchino alle regole. Ma di sostanza. Al termine di un vertice della durata di tre ore, lunedì 10 novembre la maggioranza ha ridefinito i punti salienti della legge elettorale dell’era renziana. Riesumate le preferenze per i candidati, ad eccezione dei capilista, che, si legge nel documento conclusivo, “saranno individuati dalle forze politiche per ciascuna delle circoscrizioni”. Una riforma chiama l’altra, dal momento che anche la mappa delle circoscrizioni sarà ridisegnata, dal punto di vista numerico: i “distretti elettorali”, si legge sempre nel testo, saranno “almeno settantacinque e non più di cento”. Inoltre, i capilista non potranno comparire in più di dieci circoscrizioni, e, per il 40%, dovranno essere di sesso femminile. Questa è la soluzione trovata alla questione delle quote rosa da coloro che hanno rimesso mano alla legge.   
Capitolo premio di maggioranza: la nuova soglia è fissata al 40%. La lista vincitrice delle elezioni (la lista, si badi bene, non il partito) avrà il diritto di portarsi in Parlamento una “truppa supplementare” di trecentoquaranta deputati in più. Nessuna novità invece dal fronte della soglia di sbarramento/ingresso per i partiti: essa resta confermata al 3%., e viene così bocciata l’ipotesi di innalzarla all’8%, improponibile “salto con l’asta” per i nanopartiti. 
Per alcuni analisti queste modifiche servirebbero a Renzi per “blindare” la legislatura, rinsaldando l’asse con il Nuovo Centro Destra e gettando l’esca al Movimento 5 Stelle, visto e considerato che il “patto del Nazareno”, dopo l’ultimo faccia a faccia tra il premier e Berlusconi, accusa più di uno scricchiolio. Quel monito, lanciato dall’inquilino di Palazzo Chigi all’indomani della riunione che ha riveduto e corretto l’Italicum, “Le riforme vanno portate avanti, e continueremo a farle con chi ci sta” ha tutta l’aria di essere un diktat rivolto all’ex Cavaliere.   

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