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Il ciclone Renzi

Cose c'è dietro il successo di Matteo Renzi?

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La domanda è di quelle che toglie il sonno. A soffrire di insonnia sono soprattutto i suoi detrattori, quelli che non fanno altro che aspettare un suo passo falso per poter gridare ai quattro venti “lo avevo detto io che era solo un venditore di fumo”. Il rischio, per i detrattori, è che tra non molto più che ai quattro venti lo dovranno dire ai quattro gatti che ancora li stanno a sentire.
L'idea che dietro Matteo Renzi ci sia semplicemente la capacità, a loro sconosciuta, di creare consenso mediante la capacità di parlare e di farsi apprezzare da una platea eterogenea ed assetata di novità, non sfiora minimamente le riflessioni di questi irriducibili invidiosi. Le loro palpebre sembrano cucite come quelle della senese Sapìa, non vedono la realtà e nella loro cecità raccontano di circoli massonici, di grandi vecchi e di poteri forti. Peccato che, per la loro stessa natura, i poteri occulti agiscano solitamente nell'ombra e con movenze talmente felpate e camaleontiche che passerebbero inosservate anche sotto gli occhi attenti di una giovane lince.
Al contrario Renzi parla chiaro e tira dritto, si muove senza timori reverenziali e tratta la cristalliera dei comuni modi di fare della politica come la tratterebbe un elefante iperattivo eccitato dall'idea di mandare in frantumi degli inutili suppellettili ricolmi di polvere.
Il passaggio ed il successo del ciclone Renzi nel museo della politica italiana è stato come un assolo di chitarra di Tony Iommi in un concerto a cappella di suore carmelitane. Ha ridestato dal torpore delle vecchie talpe rese cieche dall'invidia ma ancora capaci di cogliere il suono fragoroso del cambiamento.

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