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Italian in Wonderland

In una Domenica di Settembre, dove l'estate finisce più "nature", la vecchia guardia del PD sfida Matteo Renzi

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Si richiamano i riservisti, drizzano le penne le vecchie guardie, l’apparato scricchiola, barcolla ma non molla.

Distribuiscono zuccherini colorati spacciandoli per viagra intellettuale, l’effetto placebo funziona. Tutti si sentono arzilli, rinsaviti e brillanti.

D’Alema dispensa battute manco fosse Groucho Marx. Fassina, il più antico tra gli anziani, disserta di etica manco fosse l’incarnazione di Kant.

La vecchia classe dirigente, quelli che per intenderci hanno perso quasi sempre e che hanno silurato l’unico che aveva vinto (Prodi), unge le giunture delle stanche membra e si solleva a stento dalle poltrone imbiancate. Dicono che non sopporteranno altre provocazioni, dicono che daranno battaglia, daranno fuoco alle polveri e scuoteranno le muffe e le scorie che li ricoprono. Lanciano filippiche contro Renzi, reo di aver rivelato la loro nudità, di aver evidenziato il loro non essere indispensabili. Le bollicine della vittoria fanno brutti scherzi a chi è astemio per volontà altrui.

Senza alcuna sbronza ma da perenne sobrio obbligato, decide di aiutarli il segretario del fu SEL, Nichi Vendola, che vorrebbe apostrofare duramente l’ex sindaco di Firenze ma, nella ricerca continua di una nuova prosa, sono due giorni che rilascia interviste e dichiarazioni che neppure alla Crusca sono riusciti a decifrare.

Serrano le fila i nostalgici dei fallimenti, temono che il giovane toscano sveli l’inutilità dei loro usurati slogan ed allora, a ranghi compatti, avanti popolo, pugno chiuso, bandiera rossa e viva l’Internazionale futura umanità. Con i primi freddi potrebbe tornare l’eskimo, potrebbe tornare Gianni da Londra e “tenere una quasi conferenza colta” sui loro viaggi stile freak e svelare che i loro sogni ed i nostri incubi sono definitivamente finiti.

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