Sensate parole quelle del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, pronunciate oggi in aula della Camera, a proposito della guerra tra Israeliani e palestinesi: "L'invito che vorrei fare, a tutti noi in quest'aula e all'opinione pubblica italiana è di non farci intrappolare anche noi in quella bolla di odio, di non cedere alla logica della partigianeria, all'idea che ci si debba dividere tra 'amici di Israele' e 'amici della Palestina', che si debba scegliere da che parte stare, nel conflitto tra due disperazioni e tra due esasperazioni".
Un palese invito ai politici, ma soprattutto, agli operatori della comunicazione a non schierarsi apertamente per gli arabi o per gli ebrei, alimentando, sia pure a livello internazionale, l’odio tra due parti, da sempre in lotta fra loro e difficilmente riconciliabili.
In poche parole, un invito ai media a non buttare benzina sul fuoco, facendo il gioco di coloro che al grido di “Pace, pace”, in realtà lavorano contro una reale e fattiva pacificazione delle fazioni in lotta.
Sui social network divampa, furioso e insensato, lo scontro, tra i “A morte gli uni …!” “A morte gli altri …”. Quasi un giochetto da salotto, di stampo cultural-intrigante, esercitato da gente che non s’è mai sentita sfiorata da una raffica o non ha mai avvertito il sibilo di un razzo in arrivo. Gente che sia pur inconsapevolmente, alimenta ancor più odio e rancore, mettendo a repentaglio altre vite umane.
Inevitabile non ricordare la guerra alla Libia di Gheddafi.
Ben fa chi si attiva per una pace durevole, anche perchè, dall’età della pietra in qua, le guerre spesso s’allargano a macchia d’olio, distruggendo tutto ciò che incontrano.
E noi, nei prossimi anni, sotto le finestre, non vorremmo vederci né gli uni né gli altri.
Quanta saggezza, in questa ragazza ministro!
Come appaiono lontani e sfocati, quei suoi colleghi d’altri tempi, più paciocconi che pacifisti, che all’estero, stavano sempre col cappello in mano.