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Scoppia la polemica per i messaggi "filorussi" della Raggi

Una serie di messaggi filorussi di Virginia Raggi, pubblicati dal quotidiano La Repubblica, ha scatenato la polemica

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Nuova grana per il leader del m5s, Giuseppe Conte, impegnato sul fronte del governo a dire no all’aumento al 2% del PIL delle spese militari concordato con gli alleati della Nato.

Infatti è scoppiata la polemica dopo la pubblicazione da parte di “La Repubblica” di alcuni stralci delle chat del movimento 5 stelle nelle quali Virginia Raggi, ex sindaco di Roma e da poco confermata garante nazionale del movimento, sembrerebbe assumere posizioni filorusse e contro la posizione atlantica.

L’ex sindaca si sarebbe scagliata, postando delle dichiarazioni di un ex europarlamentare grillino, contro il presunto espansionismo nato verso l’est Europa che avrebbe favorito il cambio di regime in Ucraina.

Il governo di Kiev, secondo la Raggi, sarebbe eterodiretto da potenze straniere che hanno spinto per rovesciare un governo filorusso. Inoltre la raggi avrebbe mostrato la propria perplessità sull’opportunità di vendere armi al governo ucraino.

"Abbiamo votato l'accordo sulle commissioni di minoranza proposto da Gualtieri, con molte perplessità e per ragioni di correttezza istituzionale. Ora basta” afferma il leader di Azione, Carlo Calenda.

La Raggi, che ora ricopre il ruolo di consigliera comunale nell’assemblea capitolina, è stata da poco eletta con i voti di PD e Azione nella commissione capitolina per L’Expo a Roma del 2030.

“La Raggi già no vax e oggi megafono della propaganda russa se ne deve andare. – aggiunge il presidente di Azione - Tra la questione vaccini e ora quella della Russia, la verità è che il Movimento 5 Stelle a Roma, guidato dalla Raggi, va a mio avviso escluso da ogni posto di responsabilità.”

“Quello che è successo è di una gravità inaudita. – conclude Calenda - Ci impone una riflessione. Per questo noi chiederemo le dimissioni di Virginia Raggi dalla Commissione capitolina Expo."

A stretto giro di posta è arrivata anche la risposta dell’interessata con un post su Facebook. “Non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, - dichiara l’ex sindaca di Roma - come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti. Mi rincresce dover fare questa premessa (ritengo anche banali queste mie affermazioni) ma mi si vuole affibbiare questa “etichetta” per delegittimarmi.”

Ho detto pubblicamente – precisa la Raggi - che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas. Credo che vadano trovate delle soluzioni di mediazione tra le parti, ben vengano le trattative diplomatiche in corso, e che vadano comprese e approfondite le cause del conflitto. L’energia è, indubbiamente, la chiave per capire e quindi intervenire.”

“Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano. – continua la Raggi - Dario invitava ad intervenire prontamente per evitare che la guerra si estendesse dalla Crimea e dal Donbass a tutta l’Ucraina e all’Europa. Aveva ragione. Allo stesso tempo proponeva una soluzione: limitare l’incidenza del gas russo nelle forniture energetiche dell’Europa e investire nelle fonti rinnovabili.

“Ed è quello che, secondo me, dobbiamo fare. Per me è questa una delle ‘armi’ che abbiamo per depotenziare il conflitto. Ovviamente, - conclude la Raggi - le mie parole sono state distorte per creare una contrapposizione tutta politica tra “buoni” e “cattivi” all’interno della quale chi non si adegua è ovviamente un ‘cattivo’. Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza e della transizione energetica dobbiamo stare tutti dalla stessa parte.”

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