Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha provveduto a sciogliere il Parlamento dopo aver visto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e aver ricevuto i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini. Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato da Gentiloni. Il Consiglio dei ministri ha poi dato il via libera ai decreti elettorali e ha indicato la data delle elezioni, che avverranno il 4 marzo.
Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno svolta prima di salire al Colle per sancire la fine della legislatura, ha dichiarato che il governo ha raggiunto "un obiettivo importante", che era quello di "arrivare a una conclusione ordinata della legislatura". "L'Italia - ha sottolineato - si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra", e il merito è stato "delle famiglie e delle imprese. Questa legislatura è stata a mio avviso fruttuosa. Capita che le cose nate un po' strane si rivelino nel corso del tempo fruttuose".
Il presidente del Consiglio uscente ha spiegato: "Dovevamo evitare interruzioni brusche e traumatiche in un momento molto delicato per l'economia italiana e per la nostra società che stava leccandosi le ferite, stava e riprendendo fiato ed in alcune regioni stava rimettendosi a correre. Sarebbe stato grave, devastante arrivare a interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori".
Gentiloni ha lanciato poi un appello alla prossima legislatura: "Non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora deve essere il primo impegno della prossima legislatura, sarebbe da irresponsabili non impegnarsi. Siamo all'inizio di questo percorso. C'è molta strada da fare. Nell'agenda della prossima legislatura non possono mancare le riforme e l'ambizione, guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Il mio governo era nato un anno fa dopo la sconfitta del referendum, le dimissioni di Renzi e con le difficoltà del Pd, ma non abbiamo tirato a campare".
"In Italia c'è una sinistra di governo a disposizione del Paese e questo si è visto nel governo Letta, nel governo Renzi e nel governo che io ho presieduto". Nel 2017 ci sono stati "mesi di successi e impegni sul piano europeista che mi auguro che il 2018 possa confermare - ha proseguito - L'anno che sta finendo aveva molte aspettative dal punto di vista internazionale. A consuntivo possiamo dire che nel dopo Brexit, la crisi più grande dell'Ue, l'incontro di Roma, è stato un punto di svolta". Gentiloni ha inoltre ricordato "l'importante appuntamento del G7 di Taormina, un successo organizzativo e non solo".
Secondo Gentiloni, "siamo indietro rispetto alla media dell'Eurozona ma il fanalino di coda non siamo più noi. Se lo cercate cercatelo da un'altra parte". Sul piano internazionale, il premier ha ricordato che "il 2017 è stato l'anno della sconfitta militare di Daesh, una sconfitta alla quale anche il nostro Paese ha dato un contributo rilevante con le sue capacità di addestramento e supporto".
Durante la conferenza stampa, Gentiloni si è soffermato anche sul tema delle banche: "Altro che regalare soldi ai mariuoli: abbiamo messo soldi pubblici per salvare i risparmiatori delle banche e per evitare effetti di sistema. C'è chi dice che le banche restano un problema: cerchiamo di non crearcelo da soli il problema. Vigileremo perché il risanamento prosegua con ritmo necessario ma evitiamo crisi create da regole improvvisate".