Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Battesimo in Parlamento per Mdp: sono 37 alla Camera e 14 al Senato

Intanto nel Pd Emiliano attacca Renzi per la segreteria: “Io sono un fortunato, vincerò”

Condividi su:

Battesimo in Parlamento per “Articolo 1 - Movimento democratico e progressista”, la nuova formazione politica nata a sinistra del Pd che ha fra i suoi riferimenti Roberto Speranza, Enrico Rossi, Pierluigi Bersani ed Arturo Scotto. Sono in tutto 37 i deputati ex Partito Democratico (20) ed ex Sel (17) che hanno aderito al nuovo schieramento che avrà come capogruppo Michele Laforgia subito eletto all’unanimità. Vicecapogruppo vicario sarà Francesco Ferrara (ex Sel), mentre l’incarico di tesoriere sarà ricoperto da Danilo Leva fuoriuscito Dem. “Restituiremo a tantissimi elettori del centrosinistra la voglia di tornare a fare politica - ha detto Roberto Speranza, aprendo la riunione -. Dobbiamo aggredire il grande spazio politico esistente. Molte adesioni sono arrivate in queste ore. La forza dei nostri gruppi parlamentari è uno dei punti di partenza. Dobbiamo costruire insieme il progetto politico da far vivere fuori, nel Paese”. "Non chiamateci scissionisti - ha aggiunto il neocapogruppo Laforgia - il nostro cammino parte per ricostruire e riallacciare i fili con la società. Incalzeremo il governo innanzitutto sulla questione sociale".
 

A Palazzo Madama, invece, la compagine Mdp può contare su 14 senatori. Presidente, come da previsioni dei giorni scorsi, è stata designata Cecilia Guerra, economista, ex viceministro e membro della commissione Finanze. Il tesoriere è Federico Fornaro. "Il governo Gentiloni non ha nulla da temere da noi, la legislatura prosegua", ha assicurato Guerra subito dopo la nomina. Resta da capire infine come si posizionerà in aula il nuovo schieramento: i Democratici e progressisti vorrebbero occupare la parte all’estrema sinistra dell’emiciclo di Montecitorio, ma il Pd non vuole mollare l’ala sinistra e sarebbe invece disposto a lasciare ai fuoriusciti gli scranni più a destra. Guarda caso come accadde nel 1975 quando il Pci, con l’allora capogruppo Giorgio Napolitano, negò a Democrazia proletaria, il neonato partito guidato da Mario Capanna, di sedersi alla sua sinistra.

Intanto nel Pd, mentre continuano gli scambi di accuse fra Renzi, Bersani e D’Alema, Michele Emiliano va di nuovo duramente all’attacco dell’ex premier in un’intervista a Sky Tg24. “Se dovessi diventare segretario del Pd cercherò di riunire il centrosinistra – ha detto il Governatore della Puglia dal centro del cattolicesimo democratico alla sinistra. E la prima cosa che farò è riportare a casa la scissione che è stata voluta dal segretario uscente per liberarsi di ogni opposizione. Poi mi piacerebbe costruire un rapporto leale, collaborativo, con il Movimento 5 Stelle”. Emiliano ha già chiaro anche cosa farà in caso di vittoria di Renzi per la segreteria del partito:  “Non solo resto nel Pd ma lo marco e come lui si distrae gliene dico di tutti i colori. Non farò opposizione all'acqua di rose come qualche suo ministro o collaboratore ma dritto per dritto. Ma io sono un fortunato e vincerò". Ci sarebbe da dire: “Matteo, stai sereno”, poi sappiamo come è andata a finire.

Condividi su:

Seguici su Facebook