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Iacopino: basta liste di proscrizione

Secca replica del presidente Odg a Luigi Di Maio che aveva consegnato una lettera con i nomi dei giornalisti “nemici” dei 5 Stelle

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“Basta liste di proscrizione”. La lettera prima postata su Facebook e poi inviata all’Ordine dal vicepresidente grillino della Camera Luigi Di Maio, con i nomi dei giornalisti “nemici” dei Penta Stellati che con i loro articoli avrebbero “diffamato il Movimento e la sindaca Virginia Raggi”, provoca la durissima replica del presidente Enzo Jacopino il quale altrettanto duramente invita i Cinque Stelle a non proseguire “in una azione di demonizzazione generalizzata dei giornalisti”, manifestando anche il timore che “questo clima possa determinare conseguenze dolorose che questo nostro Paese ha già subito in anni non lontani".

"Ci sono già segnali - continua Iacopino - in tal senso, al punto che l'Odg nazionale ha assunto una iniziativa legale in relazione a quanto accaduto a Palermo durante una manifestazione del M5S. Ho chiesto all'onorevole Di Maio di desistere dall'intenzione di presentare querele o di avviare azioni civili nei confronti dei giornalisti, invitandolo a riflettere sul fatto che quella strada trasmette la sgradevole sensazione di un tentativo di intimidazione, con l'obiettivo - inaccettabile per chiunque abbia a cuore la libertà di informazione, diritto essenziale dei cittadini - di condizionare i colleghi che hanno il dovere di raccontare i fatti che accadono".

Parole, sembra di cogliere, piene di amarezza ma anche altrettanto decise a respingere al mittente ogni tipo di accusa. "Mi dolgo soltanto – conclude il presidente dell’Ordine - che nella pubblicazione della lettera inviata all'Odg, il cui contenuto sarà valutato dagli organismi competenti, non siano stati omessi i nomi dei colleghi che il M5S accusa di comportamenti non corretti. In tale modo sembra una lista di proscrizione con un messa all'indice che nulla ha a che vedere con diritti che si lamenta siano stati lesi e rischia di vanificare le buone intenzioni di seguire le procedure previste dalle norme interne all'Ordine". Di Maio aveva elencato giornalisti che si occupano quasi tutti di cronaca giudiziaria coinvolgendo un po’ tutte le testate più importanti: da l’Espresso, al Corriere della Sera, a Repubblica passando per il Messaggero, QN, Giornale e Stampa. “Un’operazione di discredito – aveva aggiunto – avviata ben prima che il Movimento vincesse Roma”, usata “per infangare e colpire in maniera brutale la sindaca e l’intero Movimento”.

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