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Sala: “Mi serve tempo per capire”

Milano, il sindaco si autosospende dopo essere stato indagato sulla “Piastra Expo”. Falso ideologico e materiale i reati contestati

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"La mia (futura) assenza è motivata dalla personale necessità di conoscere vicende e fatti contestati. Fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali". Non torna indietro il sindaco di Milano Giuseppe Sala, anzi tira dritto per la sua strada e stamattina ha formalizzato al prefetto Alessandro Marangoni la decisione di autosospendersi dalla carica di primo cittadino dopo aver avuto notizia di essere stato indagato nella inchiesta sulla cosiddetta ‘piastra’ Expo per falso ideologico e materiale su una data falsificata nei verbali.

In mattinata Sala aveva comunicato la sua decisione nella riunione di giunta a Palazzo Marino. Poi, dribblando i giornalisti ai quali non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, aveva lasciato il comune da un ingresso secondario per recarsi a palazzo Diotti in corso Monforte sede della Prefettura. I suoi poteri sono stati presi dalla sua vice Anna Scavuzzo. Sala, difeso dall'avvocato Salvatore Scuto, potrebbe decidere di presentarsi nei prossimi giorni davanti al pg Felice Isnardi per difendersi dalle contestazioni. Una 'mossa' che servirebbe a convincerlo della sua estraneità ai fatti persuadendolo a stralciare la sua posizione da quella degli altri indagati in vista di una richiesta di archiviazione e uscire così anche dal 'limbo' politico dell'autosospensione. "Ho appreso da fonti giornalistiche – ha scritto nella lettera di autosospensione - di essere iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla "Piastra Expo". Non ho al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale; ritengo che l'attuale situazione determini per me un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni di sindaco del Comune e della Città Metropolitana. La prossima settimana mi presenterò al Consiglio per riferire in merito”.

Il primo cittadino è indagato dalla Procura generale milanese in qualità di ex Ad ed ex Commissario unico di Expo 2015 in un'indagine sulla gara d'appalto più rilevante dal punto di vista economico dell'Esposizione Universale. Falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici sono i due reati contestati al sindaco milanese. Il suo nome, con quello dell'imprenditore Paolo Pizzarrotti, compare nella richiesta di proroga indagini, avocate dalla Procura Generale alla Procura, in aggiunta ai nomi dei 5 indagati già noti. Scrive la Guardia di Finanza: due "verbali" relativi alla "sostituzione" di due componenti della commissione giudicatrice della gara per l'appalto della 'Piastra dei servizi' riporterebbero "circostanze non rispondenti alla realtà" e sarebbero stati retrodatati con "l'intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta" anche per il "ritardo" sui "cronoprogrammi" dell'Expo. Solidarietà a Sala è arrivata da tutta la giunta milanese e dal Pd, che fa quadrato attorno al sindaco. Massimo appoggio anche da parte di Matteo Renzi e il sostegno corre anche su Facebook con tantissimi post che approvano la decisione di autosospendersi.

 

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