Riunione alla alla Direzione del Pd per formalizzare la proposta del governo di 'responsabilità ' già anticipato ieri. In 19 minuti (e in una enews pubblicata poco prima di entrare al Nazareno) il premier dimissionario ha tracciato la sua via: "La responsabilità deve esserci per tutti, non solo del Pd". Renzi ha sottolineato: "Non sono io a decidere ma devono essere i partiti, tutti i partiti, ad assumersi le proprie responsabilità . Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento".
Una strada che al momento non appare particolarmente agevole, con il M5S subito pronto a insistere per il voto immediato, e che il capo dello Stato vedrà se è percorribile da domani quando prenderanno il via le consultazioni.
Renzi, dal canto suo, ha messo i democratici davanti ai fatti: se i partiti vorranno le elezioni, "si dovrà attendere la sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte". Un 'doppio voto', in sostanza, con un esito che potrebbe essere imprevedibile anche con maggioranze diverse.
E se così dovesse essere, "noi non abbiamo paura di niente e di nessuno - ha chiarito il segretario Pd - Se altri vogliono votare, subito dopo la sentenza della Corte, lo dicano chiaramente. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti". Lui, intanto, si è preso un break. Perché tra gli annunci fatti in Direzione c'è anche quello che Renzi non farà parte della delegazione che salirà al Quirinale e che poi riferirà alla Direzione riunita in sede permanente. Ne faranno parte Lorenzo Guerini, Matteo Orfini, Luigi Zanda e Ettore Rosato.
"Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica". Per Renzi, "è già tempo di rimettersi in cammino".