L’undici maggio scorso Matteo Renzi dichiarava : « Se il si non prevale io abbandono la politica » E’ stato detto solo sei mesi fa ma sembra un secolo.
L’ex sindaco di Firenze continua a soffiare vento caldo o freddo sulle sue dimissioni e ha rinviato la sua ritirata dalla politica a data da definire. In tutti i casi Matteo Renzi ha numerose carte da giocare.
Questo referendum si è trasformato in una partita di poker e la vittoria permetterebbe al premier di vincere l’intero piatto. I rappresentanti della sinistra del partito democratico Massimo D'Alema o Pier Luigi Bersani, per citare i più aggueriti saranno definitivamente emarginati
Una vittoria significherebbe una egemonia totale del fiorentino sul Pd, un nuovo look che i maligni hanno già battezzato PDR : partito di Renzi. Un partito che potrebbe corteggiare gli ex elettori di Forza Italia e far precipitare davvero la diaspora in una partito ormai diviso su tutto. Matteo Renzi sarebbe tentato di monetizzare la sua vittoria causando, entro la prossima primavera, le elezioni anticipate
Se vince il No nessuno obbliga Matteo Renzi a dimettersi. Ma sarebbe sorprendente vedere che il primo ministro non ha preso atto della sua sconfitta in merito alla "madre di tutte le riforme", il grande progetto politico sul quale si è basato, fin dal suo primo discorso di insediamento, l'azione del suo governo . La crisi, guidata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, determinerebbe la vittoria del Parlamento, dove un Matteo Renzi dimissionario entrerebbe comunque in gioco come segretario del Pd, il partito che detiene la maggioranza alla Camera e una maggioranza al Senato (312 deputati e 100 senatori).
Mentre sarà necessario adottare una nuova legge elettorale prima di ricorrere, se necessario, ad elezioni anticipate, ci sono molteplici soluzioni. L'ex sindaco di Firenze potrebbe formare un Renzi-bis con un ampio rimpasto di governo. Tuttavia, è difficile immaginare Renzi fare politica indebolito dalla sconfitta del governo dopo il referendum e in questo caso potrebbe quindi mantenere le redini della politica italiana, rimanendo dietro la scena, e nominare per gestire la transizione uno dei suoi ministri di fiducia come Pier Carlo Padoan, Dario Franceschini o Graziano Delrio.
Renzi potrebbe infine favorire la nascita di un governo tecnico che si limiterebbe a fare adottare la nuova legge elettorale prima di tornare alle urne. Elezioni alle quali sarebbe bene partecipare come segretario del PD per opporsi ad una vittoria del movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Al momento dunque che vinca il no o si pare che tutte le strade della politica portino a Matteo Renzi.