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L’italia invia i suoi militari a difendere la frontiera esterna della Nato dalla Russia

Opposizioni scatenate mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo accusa l'alleanza di politica distruttiva

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Nei prossimi mesi 140 militari italiani saranno schierati in Lettonia a difesa della frontiera esterna della Nato con la Russia.Tornano ad agitarsi i venti della Guerra Fredda, già alimentati dalle recenti polemiche tra Vladimir Putin e gli Stati Uniti. A darne conferma sono stati i ministri della Difesa Roberta Pinotti e degli Esteri Paolo Gentiloni, la prima a margine dell’assemblea Anci in corso di svolgimento a Bari e il secondo durante la conferenza stampa congiunta con il segretario dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg alla Nato Defense College di Roma. Con un distinguo che però non è riuscito a frenare il fiume impetuoso di polemiche: l’impegno militare italiano non ha nessun rapporto con le attuali tensioni collegate alla Siria, né tantomeno rappresenta un'interruzione del dialogo con la Russia.

Tuttavia  Mosca accusa la Nato di creare nuove divisioni e sul fronte interno le opposizioni vanno già duramente all’attacco. La decisione, secondo Pinotti, risale ancora allo scorso vertice di Varsavia dove era stato stabilito di formare un contingente Nato nell'ambito del progetto di rafforzamento delle frontiere orientali del patto atlantico. “L'Italia – ha sottolineato - fa parte di un'alleanza: all'interno delle responsabilità che hanno assunto altre Nazioni è stata data anche a noi la disponibilità di fornire una compagnia, quindi con numeri non molto consistenti, all'interno di una organizzazione che prevede il coinvolgimento di moltissime nazioni della Nato. Noi non sottovalutiamo il fatto che ci siano state anche rotture di legittimità internazionale con la crisi in Ucraina. Dopo di che pensiamo che con la Russia si debba dialogare”. La possibilità di un dislocamento di truppe italiane ai confini della Russia era emersa da una recente intervista a “La Stampa” dello stesso Stoltemberg.

Per Gentiloni però “non si tratta di una politica di aggressione nei confronti della Russia, ma di rassicurazione e difesa dei nostri confini come Alleanza. L'Italia in questo senso ha sempre dato il suo contributo. La decisione di schierare 140 soldati italiani nella missione Nato in Lettonia, sotto comando canadese, è stata presa mesi fa nell'ambito del contributo italiano all'Alleanza nei Paesi baltici”. Durissima la reazione della portavoce ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha accusato di “politica distruttiva” la Nato aggiungendo subito dopo che l’Alleanza è “impegnata nella costruzione di nuove linee di divisione in Europa invece che di profonde e solide relazioni di buon vicinato” ed evidenziando come miri “ad allontanare ancora di più le persone piuttosto che a lottare contro minacce e sfide comuni". Ma la bufera è anche interna con Arturo Scotto (Sinistra Italiana) nettamente contrario all’invio dei militari italiani e i deputati Cinquestelle delle commissioni Esteri e Difesa che denunciano il rischio “di esporre l’Italia a scenari bellici riportando l’orologio indietro di trent’anni” e chiedono che Pinotti riferisca in Parlamento. Per Paolo Grimoldi (Lega), infine, i soldati andrebbero utilizzati “per proteggere casa nostra dalla invasione di immigrati clandestini”.

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